
Mariana Veintimilla in partenza per Copenaghen
Milano, 24 dicembre 2019 - "Sto per raggiungere la mia bambina, la voglio riportare a casa per Natale. Staremo finalmente unite". Col cuore in gola e l’entusiasmo alle stelle, ma anche con una tensione che ancora non si scioglie, Mariana Veintimilla, 53 anni, ecuadoriana, ieri pomeriggio è salita sull’aereo in direzione Copenaghen per riabbracciare sua figlia di 11 anni. Rapita dal padre, il siriano Maher Balle, due anni e mezzo fa e portata in Siria, la bambina era tornata a Milano lo scorso 29 novembre. Ma venerdì scorso è stata rapita di nuovo, dopo la recita scolastica, sempre dal papà, ex marito della signora Veintimilla, che è ripiombata nell’incubo. "È stato come una secchiata d’acqua gelata", ha raccontato al Giorno la donna, assistita dall’avvocato Angelo Musicco, che lavora come stilista e ha la sua attività in zona Porta Romana, non lontano dalla scuola della piccola. La bimba è stata rintracciata due giorni fa in Danimarca, ad Aarhus, grazie a Google Maps. È stata lei stessa a inviare la posizione alla mamma dopo averla chiamata col cellulare.
Cosa le ha detto la bambina? "Mi ha riferito che sta bene. Io l’ho subito rassicurata, spiegandole che sarei andata a prenderla il prima possibile". Dopo quella telefonata l’ha sentita altre volte? "Sì, almeno altre due volte. Non si sente in pericolo ma nello stesso tempo è sconvolta, è in un posto lontano che non conosce. Io sono serena perché so che è in una struttura messa a disposizione dalla polizia danese". Le ha raccontato come il padre ha giustificato questo secondo allontanamento? "Sì. Le avrebbe detto di volerla portare in vacanza dallo zio per una settimana. Effettivamente ha un parente in Danimarca. Lei, presa dall’entusiasmo di fare un viaggio, è andata tranquillamente con lui. Anche perché il rapporto tra i due non si è mai interrotto: io stessa ho fatto di tutto perché restassero sempre in contatto, per il bene della bambina che è affezionata anche al padre. Era stata lei a invitarlo alla recita scolastica, venerdì, e io sapevo che sarebbe andato. A mia figlia avevo detto di aspettarmi perché sarei arrivata dopo per motivi di lavoro. Non mi potevo immaginare un secondo rapimento dopo quello che era già successo: avevo dato piena fiducia al mio ex marito, avevamo raggiunto un accordo, gli era stata concessa la messa alla prova e aveva assicurato che si sarebbe comportato bene. Non allontanarsi mai con la bambina era una delle prescrizioni principali, che lui ha violato". Potrà rivedere sua figlia già stasera (ieri per chi legge, ndr)? "Io spero proprio di sì, non vedo l’ora. Arriverò a Copenaghen in serata, poi dovrò prendere il treno per raggiungerla in un altro luogo. Spero di non trovare intoppi. Già questa mattina ho temuto di non poter partire". Perché? "Perché non trovavo più dei documenti personali, tra cui il permesso di soggiorno. Ho pensato che me li avesse sottratti il mio ex marito. Ma invece poi li ho trovati, ero troppo angosciata. Per fortuna li avevo io". Vuole riportarla a casa subito? "Certamente. Vorrei trascorrere con lei il Natale a Milano. Noi due, finalmente unite: questo sarà il regalo più bello per la nostra famiglia".