BikeMi critica le due ruote a flusso libero in arrivo dalla Cina

Il Bando di gara non è ancora scaduto, c’è tempo fino al 5 luglio per presentare le offerte, ma è già guerra a distanza

BikeMi

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Milano, 27 giugno 2017 - Il Bando di gara non è ancora scaduto, c’è tempo fino al 5 luglio per presentare le offerte, ma è già guerra a distanza tra il servizio di Bike sharing con gli stalli fissi operativo da anni e quello a flusso libero (free floating) che potrebbe entrare in funzione nelle prossime settimane, una volta completate le procedure di gara. Nella pagina Facebook del BikeMi, il servizio di bici a noleggio con gli stalli fissi gestito da Clear Channel, nei giorni scorsi sono stati postati alcuni articoli critici sul bike sharing free floting che sta conoscendo lo sviluppo maggiore in Cina.

«In Cina le start up che investono nel bike sharing free floating sono tantissime. Non tutte riescono a sopravvivere», la premessa scritta dai gestori della pagina BikeMi. Nell’articolo postato, comparso nel sito BikeItalia.it, si legge: «In Cina l’esplosione del fenomeno del bike sharing a flusso libero sta portando alla formazione di un mercato caratterizzato da una altissima competizione. Molte start up si sono lanciate su questo settore, e ora cominciano a venire a galla i primi problemi. Una di queste startup, Wukong Bike, ha annunciato la necessità di chiudere improvvisamente la sua attività, a soli cinque mesi dal lancio.

L’azienda ha accumulato in questi mesi perdite per 147 mila dollari. Causa determinante del fallimento è il fatto che ben il 90 per cento delle biciclette che ha rilasciato per le strade della città di Chongqing sono ora impossibili da trovare, perdute o rubate». Il rischio che le bici a noleggio «free floating» vengano rubate esiste. Le due ruote, infatti, non sono parcheggiate negli stalli, ma possono essere lasciate ovunque. Una volta concluso il noleggio, però, scatta il blocco dei freni o dei pedali, a seconda della tecnologia scelta, e le bici non sono utilizzabili da chi non è in possesso della tessera del bike sharing flee floating. Certo, le bici possono essere prelevate e portate via, ma per evitare furti ogni bici è dotata di un dispositivo Gps, dunque è sempre rintracciabile. Nonostante ciò, sostiene l’articolo postato sul profilo Facebook di BikeMi, i furti in Cina si sono verificati.

Non è finita. In un altro articolo indicato da BikeMi, compaiono critiche sulla funzionalità delle bici a flusso libero prodotte dalla società cinese Mobike: «Le bici sono molto belle esteticamente, ma alla prova su strada rivelano una serie di limiti che sono difficili da ignorare. La questione più rilevante è l’eccessiva rigidità della bici che la rende di difficile utilizzo laddove la superficie stradale non sia più che liscia e priva di ostacoli. In presenza di pavè sconnesso, sampietrini, ciottolato o rotaie del tram, come spesso il caso nei centri nelle città italiane, l’esperienza potrebbe rivelarsi molto complicata».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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