SIMONA BALLATORE
Cronaca

Bicocca accelera con la ricerca: raddoppiate le borse di dottorato

Già oltre 3.200 candidati per 352 posti a bando. "Effetto Pnrr e svolta culturale: si riconosce il valore del titolo"

Bicocca accelera con la ricerca. Raddoppiate le borse di dottorato

Bicocca accelera con la ricerca. Raddoppiate le borse di dottorato

"I fondi del Pnrr hanno dato un’accelerata a idee e progetti che c’erano già e alla ricerca di frontiera: sono aumentate le borse di dottorato". Maria Luce Frezzotti, professoressa di Petrologia dell’università di Milano-Bicocca, è presidente della Scuola di Dottorato. Sono 352 le borse bandite per l’anno accademico appena avviato: "Erano 349 lo scorso anno e, se si guarda agli anni pre-Pnrr, il balzo si nota eccome ed è nell’ordine delle centinaia. Erano 249 le borse nel 202021 e 166 l’anno prima". Per i 352 posti banditi quest’anno da Milano-Bicocca ci sono già più di 2.300 domande.

A crescere è anche la fetta di dottorati industriali, cofinanziati dalle imprese, che progettano tutto il percorso insieme agli atenei. Nel 2016 erano appena 21, sono diventati 68 nel 2019, 73 nel 2021 per poi sfiorare quota 140 nel 2022 e arrivare ai 152 di quest’anno. Al tutor accademico si aggiunge un secondo tutor: il manager delle imprese; 18 mesi di ricerca vengono svolti in università e gli altri 18 sul campo.

Sono 19 i corsi di dottorato (nelle aree delle Scienze mediche, umanistiche, sociali, della natura, economiche e giuridiche) e a questi si aggiunge un corso di dottorato di interesse nazionale su “Risorse per la nuova pubblica amministrazione“ con due curricula, uno per la “Selezione, gestione e valorizzazione del capitale umano nelle pubbliche amministrazioni“ e uno su “Dati, politiche e servizi nelle pubbliche amministrazioni“; il percorso è sviluppato da Bicocca insieme alle università di Bergamo, Brescia, Firenze, Genova, Milano Statale, Padova, Piemonte Orientale, Torino, Trento e Venezia Ca’ Foscari.

Nell’ateneo di Milano-Bicocca sono mille i dottorandi oggi attivi, il 15% è di origine straniera; 581 i docenti arruolati tra accademia, centri ricerca e imprese, con una quota del 20% di internazionali. Gli insegnamenti sono 355 e le imprese coinvolte nei percorsi di dottorato innovativi e industriali sono più di 170.

Tra i nuovi argomenti “a bando“ spiccano le sfide quotidiane e future: dati, green economy, fisica e scienze dei nano-materiali. Ma anche antropologia, sociologia, giurisprudenza ed educazione spingono sulla ricerca e sui dottorati, aprendo nuovi progetti. "E per governare il cambiamento climatico e le altre sfide che incombono a livello economico, medico e sociale serviranno sempre più competenze interdisciplinari – sottolinea la presidente della Scuola di dottorato –: filosofi e sociologi daranno un valore aggiunto anche alle imprese".

"Oltre a vedersi l’effetto del Next Generation Eu nei numeri delle borse, si nota anche il cambio di paradigma rispetto al passato – spiega Frezzotti –: c’è un maggiore riconoscimento del dottorato di ricerca, che apre a carriere di responsabilità in diversi ambiti". Il tasso d’occupazione a sei mesi è del 94% dei dottori di ricerca (dati Alma Laurea 2023). "Tre punti sopra la media nazionale – ricorda la professoressa –: il 35% lavora nel privato, il 61% nel pubblico. E questi dati si riferiscono alla coorte pre-Pnrr, che ha cominciato il dottorato nel 2021. Nei prossimi anni aumenterà la percentuale dei ricercatori arruolati nel privato". Il primo stipendio si attesta intorno ai duemila euro. "L’università non è più una torre d’avorio – conclude Frezzotti –: servono nuovi professionisti di alto livello, che si interfaccino con le imprese. Non abbiamo ancora chiarissimi i mestieri di domani: lavorare insieme può essere davvero la chiave".