Curva Nord, arrestato Beretta: tutti i guai del leader ultrà e il legame con Manno junior

Deve scontare sei mesi di condanna per aver violato il Daspo legato al raid pre Inter-Roma. Dalle nuove gerarchie al secondo anello verde all’ex società col nipote del boss di Pioltello

La Curva Nord, “casa“ degli ultras interisti, avvolta dal fumo

La Curva Nord, “casa“ degli ultras interisti, avvolta dal fumo

Per la Curva Nord, in fondo, cambia poco. Andrea Beretta non mette piede a San Siro da un pezzo; e ne passerà ancora di tempo prima che possa nuovamente varcare i tornelli del Meazza, visto che il 16 agosto scorso la Questura gli ha allungato il Daspo a 10 anni. Nonostante questo, i rumors che filtrano dalla galassia ultrà di fede nerazzurra lo incoronano come nuovo ras del secondo anello verde, dopo l’omicidio del predecessore Vittorio Boiocchi andato in scena la sera del 29 ottobre in via Fratelli Zanzottera. Un ras che avrebbe fatto da regista all’operazione che dal 4 gennaio, giorno di Inter-Napoli, riunirà sotto l’unico striscione "Curva Nord Milano 1969" tutti i gruppi storici, con buona pace di chi – come pare gli esponenti di estrema destra degli "Irriducibili" – non avrebbe accettato di buon grado la rivoluzione.

Un ras che martedì sera è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Pioltello, che l’hanno messo ai domiciliari per fargli scontare una condanna a 6 mesi per la violazione del Daspo di 3 anni che gli fu comminato il 19 aprile 2017 per l’assalto ai tifosi romanisti il 26 febbraio precedente davanti a un locale di via Tesio; venti mesi dopo quel raid, Beretta si ripresentò come niente fosse in zona stadio prima di Inter-Parma. Da qui la condanna a 6 mesi, datata 4 maggio 2021 e divenuta irrevocabile il 19 luglio successivo. Non certo l’unica infrazione alle regole del quarantasettenne di Pioltello, che ne ha messe in fila una lunga serie. Come ricostruito nel decreto della Sezione autonoma Misure di prevenzione del Tribunale che lo scorso 25 ottobre gli ha affibbiato la sorveglianza speciale per un anno e mezzo, il 15 dicembre 2019 Beretta viene notato all’esterno del campo Coni di Sondrio per la partita di Serie D tra i padroni di casa e il Seregno. Il 9 febbraio 2020, viene denunciato per due blitz in rapida successione: il primo nella Bergamasca durante la gara Brusaporto-Dro Alto Garda (lancio di petardi contro i carabinieri e Daspo di 8 anni); il secondo qualche ora dopo a San Siro prima del derby (arresto in flagranza differita della Digos perché presente in zona Baretto negli stessi momenti in cui 200 tifosi iniziarono a lanciare petardi e bottiglie contro le forze dell’ordine).

Il 17 gennaio 2021, viene nuovamente indagato "in quanto riconosciuto tra i responsabili dell’accensione pericolosa di fuochi d’artificio effettuata a ridosso dello stadio San Siro in concomitanza con l’inizio della partita Inter-Juventus". Un mese dopo, il 21 febbraio, viene deferito all’autorità giudiziaria per non aver ottemperato all’obbligo di firma (per lui triplice dal 10 febbraio 2020) in caserma a Pioltello durante un’altra stracittadina. Il 6 giugno, lo troviamo sugli spalti di Casatenovo come supporter ospite nel match Casatese-Seregno insieme al pregiudicato Matteo Morra. Il 16 febbraio 2022, come accertato poi dalle indagini, picchia un bagarino prima di Inter-Liverpool, impedendogli pure di assumere un farmaco salvavita e osservandolo "ormai a terra, cianotico e semicosciente, senza adoperarsi in alcun modo per prestargli soccorso". Un curriculum infinito di "reati da stadio", che si somma alle condanne per droga, furto e simulazione di reato (2000) e lesioni personali in concorso (2015) e ai procedimenti in corso per estorsione e percosse (2018). All’udienza per la sorveglianza speciale, Beretta ha riconosciuto "di aver fatto degli sbagli, legati alle problematiche di gestione dei gruppi organizzati della Curva Nord, che annovera circa 7mila persone tra cui vari pregiudicati, per cui le violazioni del Daspo sono state dovute alla necessità di tenere sotto controllo alcune situazioni".

Gestore del negozio di abbigliamento "Milano siamo noi" di Pioltello, il suo legale ha prodotto "prospetti reddituali e visura camerale" della Wagner srls, attiva nel settore della caffetteria-ristorazione da luglio 2022 e di cui il quarantasettenne è socio e amministratore unico. Non è l’unica che ha costituito nel corso della sua vita. Dai documenti, risulta infatti che il 22 aprile 2008 ha assunto la carica di amministratore unico della Alimport srl di Cernusco sul Naviglio, oggi inattiva. Così come è attualmente inattiva la M.B.Betting sas, costituita il 23 ottobre 2013 con due soci al 50%: Beretta e Roberto Manno, figlio di Francesco e nipote di Alessandro, arrestati nell’operazione Infinito e condannati rispettivamente a 9 anni e a 15 anni e 3 mesi come esponenti di primo piano della locale di ’ndrangheta di Pioltello. A sua volta, Manno junior si è reso protagonista la notte del 10 ottobre 2017, da incensurato, di un episodio che gli è costato 7 anni e 6 mesi: per punire un ragazzo che non aveva onorato un prestito di 25mila euro, piazzò (o fece piazzare) un ordigno sul pianerottolo dell’abitazione in cui il debitore viveva con la famiglia, rischiando di far crollare tutto il palazzo.

 

 

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