
La cerimonia di consegna dei riconoscimenti post alluvione al Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze (foto fornita da Tommaso Fumagalli)
Danni ad abitazioni, aziende ed edifici pubblici che furono stimati in prima battuta in venti milioni di euro nella sola zona epicentro di Bellinzago Lombardo, Gessate, Cambiago e Masate. Molti di più su tutti e 22 i comuni dell’area della Martesana, tutti firmatari della richiesta di stato di calamità al governo. Il post alluvione del 15 maggio è ancora in pieno corso.
Le schede danni di enti pubblici e cittadini sono state inviate in Regione a metà novembre, dei risarcimenti eventuali si saprà a tempo debito. Un tavolo tecnico è stato aperto e si riunisce periodicamente in Regione: in primo piano il completamento di una rete di vasche di laminazione. Nel frattempo a Bellinzago, il comune che, nella zona di Villa Fornaci, subì il 15 maggio scorso i danni maggiori, è arrivato anche il primo momento dei grazie. Ed è stata una vera Serata del ringraziamento quella che si è tenuta nel salone dell’Oratorio, "è stata la prima, progettiamo di organizzarne una seconda - così il sindaco Michele Avola - insieme a Gessate. Sono stati giorni che ci hanno sottoposto a una prova durissima. Che ci hanno lasciato strascichi pesanti, sul fronte economico, ma anche su quello psicologico. Ma che ci hanno fatto scoprire comunità". Pergamene e strette di mano a tutti coloro che spesero ore ed energie: protezione civile, Associazione nazionale carabinieri, volontari, dipendenti comunali. Un grazie anche alle aziende. La Corte Lombarda, per l’aiuto materiale, le derrate di cibo, il supporto. Cogeser e Cem, che erogarono contributi economici e furono sul campo per giornate intere "a un certo punto - così Alberto Fulgione presidente di Cem - le ore non le contava più nessuno. Oggi che è finita posso dire che andammo anche oltre quanto consentito a rigore di normativa. Ma ci si guardava in faccia, e tutti dicevano una cosa soltanto: “Non possiamo mica lasciarli lì così”".
L’attestato di benemerenza anche a parrocchia, esercizi commerciali, associazioni, "tutti hanno fatto il possibile". E poi i ragazzi. I più grandi si presentarono in comune con stivali e giacconi, "diteci che cosa possiamo fare". E un ricordo della prima grande emergenza vissuta è la pergamena consegnata ai giovanissimi del consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze: "Non dimenticheremo quei giorni. Le strade allagate, la paura. E i tanti nostri amici che non potevano più rientrare nelle loro case".