Di Pietro: "Bellezza è l’imperfezione. E dobbiamo riscoprirla..."

J’accuse di Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis: vedo troppi volti alieni, gonfi. È ora di ritrovare la giusta misura, sono ottimista

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Il filosofo Aristotele considerava la bellezza la migliore lettera di presentazione. E, infatti, alcuni miti del cinema hanno iniziato la carriera proprio grazie all’immagine. Oggi la cultura del bello si è sempre più accentuata e non solo le donne, ma anche gli uomini, vanno alla ricerca dell’eterna giovinezza e vogliono assomigliare sempre più a figure perfette, con muscoli scolpiti come quelli dei Bronzi di Riace. Ma quali sono i canoni,

per definire una persona bella? Ne parliamo con il dermatologo dei vip, il professor Antonino Di Pietro autore del libro “La bellezza è l’imperfezione”. Il pioniere di tecniche innovative nel suo campo, direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis, ci spiegherà perché il difetto è bello.

Cosa è la bellezza?

"È l’emozione che si riesce a trasmettere a chi abbiamo di fronte. È legata alla mimica. L’insieme di tutte le pieghe del viso e le piccole imperfezioni rendono la nostra immagine unica e possono farci piacere agli altri o renderci antipatici. La bellezza vera non è quella statica, immobile, sempre uguale, presente in questa era di trasformismo, in cui c’è la ricerca della perfezione".

Quindi…

"Nel libro riporta un aneddoto. In un congresso un collega indicò la sua formula della bellezza di un viso, parlando di misure. Io sostenni il contrario. La bellezza è l’imperfezione, che va riscoperta. Chi dice il contrario, dovrebbe osservare la popolazione di visi alieni, gonfi e con paralisi, false soluzioni".

Lei è controcorrente.

"Già anni fa ero controcorrente, quando erano di gran moda l’uso del silicone, i filler permanenti per riempire il viso, o l’uso di peeling molto aggressivi che rendono la pelle tiratissima, lucida, innaturale. Sono contrario all’idea di paralizzare un volto con il botulino".

A Milano è molto sentito il concetto di bellezza...

"È sempre stata città di buon gusto e all’avanguardia. E proprio a Milano si sta cercando di far capire qual è la bellezza vera".

Fino a che punto i milanesi sono ossessionati dall’avere un’immagine perfetta?

"Resiste l’idea del viso perfetto, anche se negli ultimi anni, e questo mi consola, le mie pazienti vogliono un volto giovane, ma naturale. Buon segnale".

Cosa consiglia loro di fare, per stare bene con se stesse?

"Comprendere il fascino dei piccoli difetti, che possono piacere. Attrici famosissime, il cui ricordo è rimasto vivo in noi, hanno fatto delle imperfezioni la loro forza. Ma non sono d’accordo con la grande Anna Magnani, che diceva: “Ci ho messo una vita per avere queste rughe e che nessuno me le tocchi”. Aiutare la pelle a rigenerarsi e tonificare il corpo con l’attività fisica è una formula di rispetto per sé, però senza trasformarsi, accettandosi con un sorriso".

I filtri dei social ingabbiano una figura non realistica. Perché questo bisogno?

"La telecamera non ha la stessa fedeltà dell’occhio umano. Ricorriamo a filtri che ci permettono di apparire come vorremmo essere. Si emulano falsi modelli con foto costruite, per sembrare perfetti. Ma questa non è la realtà".Elvira Carella

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