Barista ucciso al Corvetto, lo sgomento del quartiere: "Persona gentile e benvoluta"

Le testimonianze di commercianti e residenti. Il bar di Wang Ruiming (detto Paolo) è punto di riferimento nella zona, "ma anche per i balordi": per tre volte gli era stata sospesa la licenza

Milano - "Abbiamo sentito 5 colpi. Sembravano martellate e invece erano colpi di pistola. Terribile". Fabio Dordoni, panettiere, è incredulo come gli altri commercianti di via Bessarione e piazza Angilberto, al quartiere Corvetto, dove stamattina intorno alle 7.15 è stato ucciso il titolare 35enne del Bar Milano Caffetteria, Wang Ruiming, di fronte allo slargo pedonale con le aiuole, le panchine e i tavolini da ping-pong.

Era Paolo (così lo chiamavano tutti) a conservare le palline nel locale: per le partite a cielo aperto ci si rivolgeva a lui. "Era qui da almeno 6 anni. Aveva una moglie e un figlio di 9 anni, una persona gentile e benvoluta nel quartiere", dicono altri commercianti. Stamattina era da solo nel locale, "aveva aperto da poco". Quattro vetrine affacciate sulla piazzetta, un locale frequentato dalla gente del quartiere. "Anche balordi", i commenti.

Perché ucciderlo? Ancora un mistero. Effettivamente Wang/Paolo non aveva precedenti di polizia, tuttavia al suo locale era stata sospesa la licenza per ben tre volte fra il 2014 e il 2018 perché ritrovo di pregiudicati. Sul posto sono in corso i rilievi della polizia, con Squadra Mobile e Scientifica. Prezioso per individuare il killer potrà essere l'aiuto delle telecamere dei condomini attorno. Nel frattempo alcuni residenti dicono di aver visto "entrare tre uomini con le mascherine".

 Ruiming, conosciuto nel quartiere come Paolo, abitava a pochi metri dal bar insieme alla moglie e a un figlio piccolo di nove anni.

 

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