
Bambino
Milano, 28 febbraio 2016 - Una storia che ha avuto un lieto fine, con la mamma che ha potuto riabbracciare il suo bambino di due anni, sano e salvo. Ma la storia del piccolo Riccardo (nome di fantasia) dimenticato all’asilo nido, della sua mamma che non si trovava e del fuggi fuggi dei parenti, tutti pregiudicati o ricercati che, alla vista dei militari in divisa, sparivano o non rispondevano alle loro domande, ha tenuto con il fiato sospeso e fatto temere il peggio.
La storia dell’abbandono (per errore) di Riccardo finita con una denuncia di scomparsa da parte della mamma, comincia venerdì pomeriggio, quando nessuno si presenta al nido a riprenderlo. Normalmente, alle 17, arriva la mamma, 24enne peruviana, ma venerdì non si vede nessuno. Le maestre provano a chiamare la mamma, ma il telefono è staccato, (era solo scarico). La donna aveva, in realtà, incaricato la bisnonna del piccolo di andare all’asilo, ma lei, molto anziana, se ne era dimenticata. Le ore passano, il nido deve chiudere, così le maestre riprovano a sentire la mamma, ma nulla, e non sapendo come fare, decidono di avvertire i carabinieri che si mettono alla ricerca di un parente o di un conoscente. Tutti i parenti però, hanno guai con la giustizia e alla vista dei carabinieri inizia il fuggi fuggi generale. Nessuno ha pensato al piccolo Riccardo. Chi non rispondeva al telefono, chi non apriva la porta, tutti terriorizzati all’idea che i carabinieri fossero venuti ad arrestarli. Anche i vicini di casa, sempre con precedenti, non parlavano, negavano persino che nell’apparatamento abitasse un bambino e gli altri dicevano di non conoscere nessuno. Fattasi sera i militari hanno dovuto contattare il magistrato di turno che ha disposto l’affido temporaneo del piccolo Riccardo a una maestra dell’asilo.
Passata la mezzanotte la mamma riaccende il cellulare e trova le chiamate della scuola e dei carabinieri. Si precipita a casa, non trova nessuno e la bisnonna malata non sapeva dire nulla del bimbo. Così la mamma, con il cuore in gola, va a sporgere denuncia ai militari di Gorla che le raccontano che cosa era successo nelle ore in cui lei era al lavoro e aveva semplicemente il telefono scarico. Solo ieri mattina la mamma ha potuto riabbracciare il piccolo e riportarselo a casa.