
Il team PoliMove e la sua "zeroposto"
Monza – “Qui a Monza abbiamo sfiorato i 260 chilometri orari. Per noi è la gara di casa e siamo i campioni in carica, quindi la voglia di vittoria è ancora più alta". Marcello Cellina è un dottorando in Ingegneria dell’informazione al Politecnico di Milano, ma è soprattutto uno dei ragazzi del Team PoliMove. La scuderia delle auto del futuro.
Una squadra di una quindicina di ingegneri che, insieme con l’Università dell’Alabama dal 2020 spinge l’acceleratore sul progetto avveniristico delle auto intelligenti e autonome. Concentrato di tecnologia e intelligenza artificiale.
Questo weekend le monoposto delle università di tutto il mondo si sfideranno a Monza per l’Indy Autonomous Challenge all’interno del Milano Monza Motors Show. Per la prima volta al mondo ci sarà una gara tra Dallara AV-21 guidate da un software di controllo che, grazie ai sensori, ai supercomputer e agli altri hardware montati, permette alla vettura di guidare in piena autonomia.
“Avremmo dovuto fare un vero Gran premio, ma ci siamo tutti accorti che non siamo ancora pronti – spiega Cellina – Sarà una gara sul giro lanciato, ma non sarà comunque semplice in un circuito che non è un ovale come in America dove le “zeroposto“, così le chiamo io, hanno gareggiato".
L’abitacolo è riempito dai computer. Tutta la macchina è equipaggiata di sensori: 4 antenne Gps collegate a 3 ricevitori, 4 sensori di velocità sulle ruote, un sensore per l’angolo di sterzo e ancora un radar, 3 sensori laser per la scansione dell’ambiente attorno alla macchina e altre 6 telecamere. Il pilota non c’è.
Ma "paradossalmente qui quello che conta è proprio solo il pilota. Virtuale, certo, ma è quello che fa la differenza perché le auto sono uguali per tutti, nel setup e nei sensori. Conta il software", racconta Cellina. Il loro “pilota“, comunque, un nome ce l’ha: "Lo abbiamo chiamato Ascari, omaggio al pilota, ma anche acronimo di Autonomous car intelligence".
Lo programmano e in pista decide lui cosa fare: "Non c’è un controllo da remoto, solo in situazioni critiche interveniamo con il joystick, ad esempio se arrivi lungo alla Prima Variante e devi riportare la macchina in pista. Altrimenti, nel 99% del tempo fa tutto l’intelligenza artificiale".
Pianificano tutto i ragazzi del team. Anche le “regole d’ingaggio“. Le manovre di attacco e di difesa che il pilota virtuale deve effettuare quando si trova a correre con altre “zeroposto“. "Purtroppo qui non riusciremo a correre insieme, ma lo spettacolo è assicurato – promette Cellina – Ogni team ha a disposizione sei sessioni a partire da oggi e fino a domenica pomeriggio nelle quali raggiungere il miglior tempo sul giro. Tutti cerchiamo di alzare l’asticella, la nostra manopola è proporzionale al livello di rischio che ci vogliamo prendere. E qui tutte le squadre vogliono vincere".
E soprattutto battere i campioni mondiali del Poli. Sono la squadra che l’anno scorso, sulla pista di Cape Canaveral ha toccato i 310 chilometri orari con la “macchina numero 5“, la più veloce al mondo. Ora tocca alla pista della Formula 1 a Monza. Ma "se piove, si sta fermi al box. Molti sensori non sono impermeabili".