
AstroSamantha al museo Alla scoperta delle stelle con gli occhi dei bambini "Più Spazio nelle scuole"
di Simona Ballatore
Due bambini all’ultima fila non riescono a contenere l’emozione. Fissano la porta che sta per aprirsi, con la macchina fotografica stretta tra mani che non riescono a stare ferme. Scappa un urlo e pure una lacrima quando vedono AstroSamantha Cristoforetti entrare nell’auditorium del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. Prima di raccontare la sua "casa nello spazio, dall’odore dolciastro" è l’astronauta a interrogare i ragazzi delle scuole elementari e medie che hanno partecipato anche alle attività promosse dall’Asi e dall’Esa per la missione Minerva. "Da dove venite?". "Da Marte", sente lei al posto di Marche, sorridendo alla sua "deformazione professionale" e a quell’auditorium che per due ore abbondanti sembra trasformarsi in una navicella, per accompagnare i ragazzi sulla Stazione spaziale internazionale, con quella finestrona affacciata sul Pianeta Terra e ieri pure sul pianeta scuola, con l’incoraggiamento di Cristoforetti a tutti quei docenti che si sono allenati a "insegnare con lo Spazio, andando oltre alle classiche lezioni, condividendo buone pratiche".
A rompere il ghiaccio con le domande sono proprio i marchigiani: "Qual è stata la sensazione che hai provato alla tua prima attività extra-veicolare?" chiede Valerio, pensando alla passeggiata spaziale di Cristoforetti, che racconta la sua "ferrata" tra le stelle, un moschettone dopo l’altro. "Se sei ammalata sulla stazione spaziale, come fai a metterti a letto?", domandano da Salerno. "Da lassù si vede quant’è bello il mare della Sardegna e quanto sono alte le montagne?", chiede Filippo. E, ancora: "Come si corre sullo Spazio? E, se si venissero a creare le condizioni, tu ti trasferiresti stabilmente lì?". "Prospettiva abbastanza lontana, ma certo ci andrei più spesso", confessa l’astronauta, già al comando della Stazione spaziale, prima di cogliere lo spunto di Alessandro, alunno milanese, che suggerisce un esperimento per capire come i ragni fanno le ragnatele senza forza di gravità.
Alla domanda sui cambiamenti climatici visti dall’alto, ricorda un amico scienziato che le ha chiesto di fotografare i ghiacciai perché gli astronauti del futuro non vedranno tutti quelli che ha visto lei. E non mancano le curiosità sulla gestione delle emozioni: "Cosa succede se lassù qualcuno ti sta antipatico e ci devi lavorare per un mese?": il dilemma di Riccardo. "Apriamo il portello", scherza Cristoforetti, prima di ribaltare la prospettiva, così in cielo come in terra: "In fondo puoi decidere tu se ti sta simpatico o no. È una scelta concentrarsi sulla cosa che proprio non ti piace o su quello che fa di buono per te e per il team".