TOMMASO PAPA
Cronaca

Assane Diop, dalla fabbrica a Zelig "Che ridere i bianchi compiacenti"

Il 27enne, superate le selezioni, debutta in teatro il 29 settembre. E la comunità senegalese organizza un bus

MANTOVA

di Tommaso Papa

"Sapete qual è una delle cose più comiche che conosca? È quando voi bianchi volete compiacerci per forza. C’è da sbellicarsi di risate". Assane Diop, è un ragazzone bello alto, fisico atletico e carattere gioviale. È nato in Senegal 27 anni fa, ma è un italiano d’adozione (e presto anche di passaporto). Intanto, però: "Sarò il primo cabarettista di colore ad esibirsi allo Zelig di Milano" racconta, sottolineando la frase con un largo sorriso. Un sorriso che tradisce un po’ di emozione. Assane vive con la famiglia a Castiglione delle Stiviere: padre camionista, mamma dipendente di una ditta della zona, ha due sorelle e un fratello molto più piccoli. Ha studiato in un istituto di formazione professionale, a 19 anni è entrato in fabbrica e ci è rimasto fino ad ieri: ha seguito il proprio sogno, prima per affrontare le selezioni, poi per prepararsi al debutto sul palcoscenico di viale Monza. "Ho sempre avuto la passione per la recitazione". I primi passi li ha compiuti su Instagram (21mila followers col nome di King Great), e poi su Tick Tok (80mila fan con lo stesso nick name). Lavora con un collega youtuber, Tay Vines, fanno la loro gavetta e quest’anno vengono notati: appaiono in tv, in una delle ultime puntate delle ‘Iene’, Assane comincia a girare per i locali e a luglio arriva la svolta dello Zelig: 24 candidati all’inizio, poi ridotti a 12, e poi la scelta che cade su di lui. Il debutto è fissato per il 29 settembre, solo a teatro, senza trasmissione tv.

Com’è la tua comicità? Hai un modello?

"Il mio mito si chiama Chris Tucker, un campione della comicità Usa. I temi sono quelli della mia famiglia, una classica famiglia africana, oppure quelli dello strano rapporto degli altri con noi".

E che c’è di buffo in una famiglia africana?

"Ci sono tanti personaggi. Metti le mamme: le nostre sono decisamente meno accomodanti delle mamme italiane, si riga dritto".

Un po’ come le nostre mamme di una volta...

"Probabilmente. E il materiale comico è ancora più forte quando volete farci contenti. Esempio: ragazza bianca va a trovare i futuri suoceri di colore. Si fa le treccine, mai portate prima. Poi si siede a terra, anche se ci sono i divani. E a tavola tenta di mangiare la pasta con le mani, fino a quando qualcuno le dice: basta, usa la forchetta, come noi. Uno scherzo? È tutto vero".

E sul razzismo si può scherzare? Cosa ti ha fatto particolarmente male?

"È successo talmente tante volte che non me ne ricordo. Però si può scherzare eccome. Mi viene in mente una volta che stavo facendo uno spettacolo: si alza uno che per tre volte mi insulta. Uno che fa? Scenderebbe dal palco... Io invece sono rimasto calmo, scialla mi sono detto. E ho raccontato cosa gli avrei fatto col microfono che avevo in mano. Tutti hanno riso, non so lui. Ma di sicuro non mi ha fatto passare dalla parte del torto, così avrebbe fatto anche la vittima". Mentre la data si avvicina, il cabarettista accetta inviti da altri locali, un rodaggio necessario. La sua storia è diventata anche motivo di vanto per la comunità senegalese di Castiglione delle Stiviere. Nella cittadina dell’Alto Mantovano, gli immigrati sono numerosi. Quelli del Senegal hanno una propria associazione e il presidente sta organizzando un bus per essere a Milano la sera del 29 settembre. Assane non sarà solo.