
Da sinistra Mimmo Sorrentino, Agnese Infantino, Guido Veronese, Oliviero Bruno, Camillo Demilato e Alberto Jannuzzelli
Milano, 30 giungo 2017 - Teatro e cucina all’Asilo Mariuccia per aiutare le ospiti a ritrovare se stesse e un posto di lavoro. Il progetto creato dall’Actl, Associazione per la cultura e il tempo libero, con Fondazione Asilo Mariuccia e Società Umanitaria si chiama «Te.Re.Sa per il lavoro», si legge Teatro a supporto della relazione sociale attiva, ed è stato realizzato nell’ambito dell’iniziativa regionale «Progettare la parità in Lombardia». Quattordici le protagoniste, tre di loro hanno frequentato anche corsi di formazione – Haccp, Addetta sala bar e tavola fredda e Pasticceria da forno – e sono accompagnate nell’inserimento dal Centro di Mediazione al Lavoro.
Tutte hanno sperimentato il metodo del teatro partecipato per scoprire potenzialità e punti di forza da cui ripartire. Il metodo era già stato proposto lo scorso anno agli operatori ed è stato raccontato in un cortometraggio firmato dai registi Mimmo Sorrentino e Bruno Oliviero. «Il più grande ringraziamento va a queste donne che si sono messe in gioco e hanno voluto raccontare le loro storie che abbiamo presentato sotto forma di film e documentario - sottolinea Marina Verderajme, presidente di Actl -. È un aiuto non solo a loro, a reinserirsi socialmente e lavorativamente, ma a tutte le donne, perché la violenza, la dipendenza, gli stili e modelli di vita familiari «maschili» possono essere superati da una nuova cultura grazie anche a queste testimonianze». Oggi l’Asilo Mariuccia ospita 122 mamme sole con bambini e 26 minorenni, affidati dai servizi sociali o dai tribunali dei minorenni.
«Il 98% di questi ragazzi una volta concluso il percorso trova lavoro grazie alla formazione – spiega Camillo de Milato, presidente della Fondazione -. Vogliamo raggiungere queste percentuali bulgare anche per le donne, per ciascuna di loro pensiamo a un progetto. Una donna siriana per esempio sta completando il percorso di formazione con Burgo e diventerà stilista. La rete è fondamentale». In prima linea anche l’Università Milano Bicocca, che supervisiona i progetti. «L’Umanitaria è un’agorà, dove si incontrano da sempre soggetti e culture diverse – sottolinea il vicepresidente Alberto Jannuzzelli – abbiamo condiviso subito questo progetto, dando supporto di tipo culturale e operativo per vincere la sfida al quotidiano. Anche il teatro popolare è nel nostro Dna». Raffaella Fantuzzi, coordinatrice dell’Asilo Mariuccia, ricorda la forza del linguaggio teatrale: «Uscivamo dall’esperienza positiva del teatro per gli operatori – spiega – in comunità ci si sente spesso come su un ponte, il tempo è sospeso, si pensa al prima e al dopo. E invece si può vivere un presente creativo. Creando, cantando, hanno acquisito sicurezza. L’autostima è fondamentale anche per trovare lavoro». «Il nostro è un racconto a tappe – raccontano i registi Sorrentino e Oliviero –, abbiamo ribaltato le premesse, mostrando l’anima degli operatori e la forza emotiva e narrativa, l’autonomia di queste donne».