
Annullate 145 multe su 146 per aver utilizzato un'auto diesel vietata
Milano, 14 luglio 2024 – Per 146 volte , è passata sotto le telecamere di Area B senza averne (più) titolo. E per 146 volte gli occhi elettronici a guardia dei 188 accessi della maxi ztl hanno immortalato la targa dell’auto, generando altrettanti verbali di infrazione. Il giudice di pace ha cancellato quasi del tutto quelle contravvenzioni, tenendone buona solo una. E Palazzo Marino ora ha deciso di impugnare la sentenza, come si scopre da una delibera della Giunta Sala approvata tre giorni fa. Andiamo per ordine.
L’automobilista stangata è una donna che abita all’interno del perimetro di Area B (che corrisponde per gran parte a quello del Comune di Milano) ed è proprietaria di un veicolo Euro 5 diesel, classe bandita dalla zona a traffico limitato tranne nel caso dei residenti, che hanno diritto a un numero definito di ingressi in un anno. Esaurito quel carnet, scattano le multe. E così è stato per la donna, che è stata letteralmente sommersa dai verbali e che li ha impugnati tutti con cinque distinti ricorsi. Il 22 novembre scorso, il giudice di pace ha accolto parzialmente il ricorso, convalidando solo una delle sanzioni comminate e annullando le restanti 145, condannando l’automobilista a pagare la sanzione minima e le spese di notifica di 37 contravvenzioni per una cifra complessiva di 503,32 euro.
Il verdetto , stando a quanto emerge dalla delibera, ha ritenuto "sussistente l’elemento soggettivo della buona fede in capo al soggetto che ha commesso le infrazioni". Peccato, ribatte l’amministrazione, che il comportamento della donna sia "risultato palesemente connotato da precisa consapevolezza, in quanto dalle dichiarazioni della stessa emerge che, nel momento in cui ha commesso ciascuna delle infrazioni stradali contestate, era perfettamente a conoscenza della normativa vigente nel territorio del Comune di Milano in tema di mobilità e ztl e del carattere illecito della sua condotta". Da qui la scelta di rivolgersi al Tribunale per ottenere l’annullamento di una sentenza bollata come "errata e ingiusta" per due motivi. Il primo: la sussistenza della buona fede, "di cui la ricorrente non ha dato prova in giudizio". Il secondo: la riduzione della sanzione, "in quanto l’articolo 198 comma 2 del Codice della strada prevede espressamente che nelle ztl chi violi i divieti di accesso o altri obblighi, divieti o limitazioni soggiace alle sanzioni previste per ogni singola violazione".