STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Delpini arcivescovo di Milano: "Mi scuso con Anna e Giusy, ho rubato un po’ la scena"

Nella prima messa da arcivescovo Mario Delpini consacra due suore

L'arcivescovo Delpini e le due suore (Newpress)

Milano, 10 settembre 2017 - «Oggi ho rubato un po’ la scena a Giusy e Anna e mi scuso con loro, perché sarebbe il primo giorno per cui, per la bontà di Papa Francesco, ho assunto l’incarico di arcivescovo di Milano. Sono diventato un po’ un personaggio». Scherza con i fedeli - e scatta l’applauso - il nuovo arcivescovo di Milano Mario Delpini, a poche ore dalla presa di possesso della Diocesi, per procura come previsto dal diritto canonico, attraverso il delegato monsignor Erminio Descalzi. Lo fa al termine della sua prima celebrazione ufficiale nella bella basilica di Sant’Ambrogio, iniziata alle 10,30, in cui ha consacrato ai voti solenni due giovani suore, appunto Giusy Valentini e Anna Casati. Dalle nove di ieri mattina è a tutti gli effetti il nuovo arcivescovo della città, da oggi il suo predecessore, Angelo Scola, si è ritirato in canonica, ad una manciata di chilometri da Malgrate.

«Non è un’impresa solitaria fare il vescovo di Milano, è un’impresa corale», ha avuto modo di dire in questi giorni ai microfoni di Radio Vaticana. Già, a a partire dal fatto che si «è un po’ personaggi» e quindi sotto i riflettori, con i giornalisti che lo aspettano al varco. E infatti Delpini sempre con il sorriso ha aggiunto che «non mi ero mai accorto che fotografi, giornalisti e cine operatori fossero così appassionati di pontificali solenni, anche un pò lunghi!». Cambia lo stile. Delpini è vescovo mite e lontano dall’identikit del prete manager, «affettuoso», informale, sempre attento anche alla «base», al suo clero, e al suo «gregge», i fedeli. Durante l’omelia nella quale ha spronato tutti ad andare «sino alle radici della nostra fede», ha cominciato a segnare quelli che saranno alcuni punti fermi del suo episcopato. I giovani e la famiglia, innanzitutto. E l’occasione per quanto riguarda il primo tema gli è stata offerta dalla scelta delle due giovani donne di farsi suore. «Queste giovinezze che giungono a compimento in una decisione definitiva sono una delle premure pastorali - ha detto - come quella che si viva la giovinezza non come un parcheggio ma come un cammino verso una scelta definitiva».

Infine ha ancora aggiunto: «Nel primo giorno del mio episcopato ho celebrato una professione solenne e partecipo ad un incontro di famiglie numerose questo mi permette di evidenziare alcune priorità che ci stanno a cuore». Ma è anche desiderio dell’arcivescovo Mario Delpini mettere in pratica l’invito di Papa Francesco per «una Chiesa in uscita», da intendersi, ha spiegato sempre a Radio Vaticana, come «un richiamo alla conversione, a un atteggiamento che deve vincere le paure, le inerzie», rafforzando il sentimento di fede. Le sfide che lo attendono sono molteplici prima fra tutte quella sull’immigrazione. D’altronde anche il suo predecessore l’ha detto: Milano che ha presentato segnali di risveglio e mantiene la sua grande capacità di accoglienza deve ancora fare molti passi avanti.

Nella basilica di Sant’Ambrogio oltre ai tanti fedeli accorsi per partecipare alle prima messa dell’arcivescovo dopo la presa di «possesso» della Diocesi era presenti presenti anche alcuni rappresentanti delle comunità islamiche di Sesto San Giovanni, Bruzzano e di viale Jenner dove suor Giusy negli ultimi anni ha prestato servizio di incontro e dialogo. Intanto, da oggi in ogni celebrazione eucaristica sarà citato con la modalità voluta dallo stesso arcivescovo: «il nostro vescovo Mario». I fedeli ricorderanno il suo nome nelle intenzioni di preghiera. C’è tutto il tempo per preparare l’ingresso «solenne», come da tradizione avviene per valorizzare la celebrazione della vigilia di Sant’Anatalo e tutti i Santi vescovi milanesi, del nuovo arcivescovo Mario Delpini. La data da segnare in calendario è il 24 settembre, con la tappa a Sant’Eustorgio alle 16 e l’ingresso in Duomo alle 17.