Enrico
Beruschi
Io, nominato uomo di Neanderthal, vorrei dire due parole sulla televisione delle caverne, quando ancora si vedevano delle “donne sapiens” di rara bellezza, che frequentavano con intelligenza gli studi di Milano, Torino, Roma. Naturalmente, siamo intorno al ’75 del millennio scorso, quando la Rai cominciò ad essere insidiata da alcuni facinorosi, che osavano mettere in piedi alcune piccole antenne. Il più famoso e bravo è stato un certo Silvio da Milano, che ancora combatte ad armi quasi pari con l’emittenza di stato. Ma in questo momento mi piace ricordare quel tale Renzo Villa, che, nelle sperdute lande tra Busto e Legnano, in località Castellanza, mise in piedi quella Antenna Tre, che vive tuttora in Milano, dalle parti della Bovisa: basta schiacciare il tasto 11 del telecomando e la si vede. Anche settimana scorsa sono stato ospite della trasmissione “I Top” (che potete rivedere, basta cercare), dove ritroviamo dei gioielli di trasmissioni di allora, scoperti dal valoroso archeologo Alessandro Di Millia; il tutto è coordinato e presentato da Stefano Golfari, affiancato dalla piacevole presenza della validissima Marica Orlandi, che sa tutto: devo confessare che mi sono divertito nel rivedere anche reperti miei, che non ricordavo nemmeno più. Per parlare di quei tempi, esiste anche un libro ed una mostra intitolati “Ti ricordi quella sera?” e curati con amore dalla moglie di Renzo Villa, la dolcissima signora Wally. Insomma, ho dato dei consigli e credo che chi li seguirà potrà essere soddisfatto. Evviva la televisione, ma fatta bene, come nella preistoria.