
Antichi reperti sotto il sagrato Tutti concordi: inizino gli scavi
Il restauro della chiesa prepositurale ottocentesca gioiello della città è ormai finito, "ma il vero tesoro è là, sotto il sagrato".
Alla Sovrintendenza l’istanza per una nuova e ultimativa indagine con georadar e magnetometro, alla riscoperta della chiesa medievale (o forse più antica) sotto l’attuale chiesa dei Santi Protaso e Gervaso e alla ricerca di necropoli e reperti sotterrati dai secoli. Nel cuore di Gorgonzola, e a due passi dal Naviglio, la possibile presenza "di uno dei siti archeologici più rilevanti dell’Est milanese". Esprimono certezze il geologo Alberto Villa e lo storico locale, medievalista ed esperto di paleografia Claudio Tartari, presenti, insieme a esponenti della comunità parrocchiale, studiosi e associazioni, a un incontro tenutosi in parrocchia proprio per fare il punto.
Da parte di don Paolo Zago, il parroco, la disponibilità a conferire l’incarico per le indagini nel sottosuolo, "che devono naturalmente essere prima autorizzate dalla Sovrintendenza". Ma il sogno va già più in là: una pubblicazione, nuove campagne di scavo, e la realizzazione in futuro di un sagrato-museo, che evidenzi le aree di interesse archeologico, con la possibilità, chissà, di mantenerne qualcuna visibile dalla superficie, attraverso camminamenti trasparenti. Su modello di quanto già fatto in altre città o luoghi di interesse storico in Italia e in Europa. Una certezza sulla presenza di reperti e resti sotto chiesa e sagrato già c’è. Gli scavi del Cap, impegnato due anni fa a fronteggiare un cronico problema di infiltrazioni che minava la stabilità della cappella, avevano riportato alla luce un muro della vecchia chiesa originaria, già citata nei documenti: "Una chiesa – così sui testi della comunità pastorale – di fondazione medievale, citata in un documento dell’anno 953, ma probabilmente più antica. Quell’antico edificio, ingrandito e rimaneggiato, aveva tre navate disposte, secondo la tradizione cristiana, verso Oriente, con l’abside e l’altare a est, la facciata rivolta a ovest e occupava l’area dell’odierno sagrato". Sicura anche la presenza di un antecedente cimitero.
Un’indagine al georadar era già stata realizzata “in proprio” dal geologo Villa qualche anno fa. "Si tratta ora – spiega don Paolo – di realizzarne una nuova con tutti i crismi. La Sovrintendenza ci ha già prescritto del resto il rifacimento del sagrato dopo i lavori degli anni scorsi". Su possibili nuovi scavi l’incognita fondi: "Il restauro ci è costato molto, non abbiamo ad oggi altre disponibilità – così il religioso – ma, risultati degli studi alla mano, si potrebbero veicolare dei contributi".