
I SìCobas tornano a protestare davanti alla piattaforma logistica Lgd a Vimodrone. Ieri mattina in 200 hanno bloccato i cancelli del magazzino e la tensione è salita di nuovo alle stelle.
"In coda per entrare ci sono 100 camion pieni di merce da scaricare e altri 50 devono uscire, ma è tutto fermo. Sono ostaggi. Non possiamo continuare così", dice Giuseppe Ghezzi, presidente della coop di facchinaggio dell’alimentare, da tre mesi al centro di un duro braccio di ferro. I sindacati chiedono il reintegro dei 40 lavoratori licenziati dopo i disordini iniziati in agosto, ma l’azienda replica: "Sono provvedimenti presi per giusta causa e non per capriccio dopo una ventina di blocchi illegali, ma ora siamo quasi a 30".
Ieri il conto è ricominciato. "Abbiamo subito aggressioni verbali e fisiche e offese prive di fondamento senza mai reagire", ricorda Ghezzi. La proprietà respinge ancora le accuse del sindacato su contratti e buste paga da cui è cominciato tutto.
"Non abbiamo trattenuto nulla che non fosse dovuto. Lo testimoniano i verbali sottoscritti dagli interessati: due contestazioni finite con i chiarimenti. Nulla che giustifichi questa situazione che ha creato danni enormi e rischia di avere pesanti ripercussioni sull’occupazione, da noi dipendono 1.200 famiglie".
Ma i SìCobas non intendono mollare: "Non ci fermeremo finché i 41 licenziati non saranno reintegrati". L’annuncio di nuove manifestazioni era stato diffuso il 4 novembre, a Vimodrone, dove gli ex magazzinieri si erano dati appuntamento. Scontato l’ennesimo sgombero: più volte nelle ultime settimane le forze dell’ordine sono intervenute per rimuovere i picchetti che paralizzavano l’attività delle piattaforme, qui e a Truccazzano. "Ormai, qui ci sono solo sei ex dipendenti. Il resto viene da fuori – conclude il presidente della società – siamo oltre i termini della presunta vertenza che poi tale non è perché manca la base: le contestazioni erano prive di fondamento. La procura ha aperto un fascicolo. Contiamo sulla giustizia". Bar.Cal.