
la protesta
Vaprio d’Adda, 27 febbraio 2022 - «No all’ampliamento del sito Lidl". Ieri a Vaprio Legambiente Martesana è tornata in piazza dell’Orologio per chiedere all’amministrazione un passo indietro. Accanto agli ecologisti Vaprio in Movimento, la forza di opposizione che ricorda i numeri del progetto: "Su un’area di 125mila metri quadrati lungo la Sp 525, fra la Mobil Best e l’ex cava, sorgerà un maxi-magazzino di 55mila metri quadrati".
E per rendere l’idea il capogruppo Francesco De Marchi sintetizza: "Pari a 15 campi da calcio in cemento. Una variante ha fatto lievitare il sito, inizialmente si parlava di 90mila metri quadrati complessivi". In gioco "c’è la qualità della vita di tutta la zona, – aggiunge –: inquinamento e traffico incideranno molto sui vicini, ma anche sul futuro del territorio: lungo le grandi direttrici deserte, Brebemi e Teem, fioriscono intraprese come questa in un’area colpita da chiusure e delocalizzazioni a raffica".
Una visione che si scontra con quella dell’amministrazione: "Dobbiamo scegliere: vivere o morire – ribatte il sindaco Luigi Fumagalli –. Manifatture e fabbriche hanno chiuso, qui non c’è futuro. La catena di discount si porterà in dote 150 posti. Quindici anni fa avevamo ancora aziende importanti e i milanesi venivano qui a lavorare. Ora, i vapriesi sono disoccupati. Se ne sono andati tutti: Riello, l’ex cartiera per citare i nomi più noti, ma l’elenco è lungo. Non me la sento di dare un calcio al futuro". "In questo calcolo non si tiene conto del reale impatto del piano, del viavai di camion – 150 al giorno quelli stimati – e all’inquinamento che si porterà via la nostra salute", insiste De Marchis.
Sul progetto si pronuncerà anche il Tar. Legambiente ha presentato ricorso contro la decisione di Città Metropolitana "di non sottoporre la piattaforma a valutazione di impatto ambientale – spiega il referente dell’associazione per l’Adda-Martesana Giuseppe Moretti –. Invece secondo noi era imprescindibile". Alla base c’è la "necessità di mettere fine al consumo di suolo, altrimenti non avremo più nulla da lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Un tema sul quale serve un tavolo allargato ai 30 Comuni del territorio che stanno procedendo in ordine sparso trasformandoci in terra di logistica".