
Protesta degli ambulanti
Milano, 26 febbraio 2018 - Quel comma infilato nell’ultima legge di bilancio metterebbe a rischio decine di migliaia di ambulanti e, per questo, vogliono che sia cancellato una volta formato il prossimo governo. Lo chiedono i 2.500 quadri dirigenti di Federazione italiana venditori ambulanti di Confcommercio arrivati ieri al Mico di Milano in occasione dell’assemblea nazionale. Il comma 1181 che i delegati, partiti persino da Bari e dalla Sicilia nella notte per essere all’atteso appuntamento, vorrebbero togliere riguarda 22mila imprese ambulanti solo in Lombardia. A Milano, invece, nei 93 mercati settimanali lavorano circa novemila imprese ambulanti per un numero di clienti che – secondo le stime di Fiva Confcommercio – si aggira intorno alle 300mila persone.
Il tema dell’assemblea è uno solo: le ripercussioni della famosa direttiva Bolkestein sugli ambulanti. O meglio: le ripercussioni del comma 1181 della legge di bilancio che rivede i criteri di recepimento di Regioni e Comuni della direttiva dopo l’intesa siglata nel 2012 dalla Conferenza unificata. È necessario, però, un passo indietro. La direttiva europea Bolkestein è stata approvata nel 2006 e recepita in Italia nel 2010: prevede l’obbligo di bando per le concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali. Gli ambulanti sono contrari fin da subito alla direttiva ma vengono trovati degli accordi, come l’intesa del 2012 della Conferenza unificata. Tra ritardi ed esempi virtuosi ne esce fuori una situazione a macchia di leopardo: in Lombardia c’è una legge regionale che prevede le assegnazioni ogni 12 anni e in alcune province si assegnano gli spazi con i bandi. «A Bergamo, dove operano 2mila ambulanti, e nel 50 per cento dei Comuni della provincia sono stati i fatti i bandi e, così, è stato affidato il 35 per cento delle concessioni. In provincia di Brescia è successa più o meno la stessa cosa», spiega Mauro Dolci, presidente di Fiva Bergamo e coordinatore di Fiva Lombardia. La situazione, comunque, anche in Lombardia è variegata perché il contesto è in continua evoluzione: «A Milano due bandi sono stati revocati perché le regole continuavano a cambiare», racconta Giacomo Errico, presidente di Fiva Confcommercio e di Apeca (Confcommercio Milano).
Insomma, una situazione intricata e diversificata fino all’arrivo, nel dicembre 2017, dell’odiato comma 1181 che stabilisce criteri del tutto diversi e fa arrabbiare gli ambulanti: «Sono state stravolte certezze che avevamo dal 2012 - si scalda Errico -. Hai un’attività di ambulante? Se non è l’unica o prevalente fonte di reddito per la tua famiglia, il lavoro che hai fatto finora non conta più: vai a gara. Vuoi affittare la tua impresa o ramo d’azienda? Evita di farlo dal 1° gennaio del 2019 al 31 dicembre 2020, scadenza della proroga applicazione Bolkestein: o la conduci direttamente o vai a gara». Gli ambulanti, però, non possono far altro che aspettare la formazione di un nuovo governo. Intanto la Fiva è in stato di agitazione e gli ambulanti si dichiarano pronti ad alzarsi prestissimo ma, in questo caso, per andare a Roma a manifestare.