SIMONA BALLATORE
Cronaca

Ambrogio15 conquista la California: "Qui la pizza ha il sapore di Milano"/ FOTO

L’avventura gastronomica di Giacomo, Luca e Andrea negli States

I tre soci (da sinistra) Luca Salvi, Andrea Burrone e Giacomo Pizzigoni

Milano, 17 agosto 2016 - "Siamo milanesi nel cuore e nell’anima e quindi abbiamo voluto portarne un pezzo con noi". Giacomo Pizzigoni, Luca Salvi e Andrea Burrone sono al timone di “Ambrogio15”, una nuova avventura gastronomica che sta conquistando San Diego. E la ricetta milanesissima già piace: a due settimane dal debutto si contano cento coperti in media a sera e si incontrano già gli affezionati, che tornano. Americani, ma anche italiani e milanesi, orgogliosissimi.

Pizzigoni, cosa l’ha portata a San Diego? "Mi sono laureato in Bocconi e ho trascorso un semestre a San Diego, mi sono innamorato del sistema universitario americano, allora ho deciso di saltare la specialistica e di iscrivermi direttamente al Master in Business Administration della San Diego State University, con specializzazione in Entrepreneurship. Qui ho iniziato a lavorare come manager per Vigilucci’s Ristorante Coronado, che ha 200 posti e 50 dipendenti: una “palestra” fondamentale. San Diego era diventata la mia casa: dovevo tornare qui per poter realizzare quello che da anni mi frullava in testa, aprire un ristorante".

Com’è iniziata l’avventura di Ambrogio15? "Con il mio migliore amico e attuale socio Luca Salvi, a cui si è aggiunto pochi mesi dopo il terzo socio Andrea Burrone, di Vercelli ma milanese d’adozione, abbiamo iniziato a mettere le basi. Tra ottobre 2014 e marzo 2016 siamo venuti a San Diego per fare studi di fattibilità, analisi, ricerche, interviste e abbiamo continuato a evolvere il nostro concetto, che da pizzeria è diventato un connubio di Pizza Gourmet e The Milano Pizza Experience. I nostri genitori hanno creduto nel progetto sin dall’inizio e ci hanno supportato. E abbiamo altre due socie, Anna Carabelli e Francesca Pauly, che vivono a Milano ma hanno deciso di partecipare con un investimento importante e seguono il progetto con passione quotidianamente, anche da lontano».

Qual è la vostra ricetta? "Abbiamo deciso di portare qui il meglio della pizza italiana al giorno d’oggi: farine macinate a pietra con grani antichi, salumi e formaggi Dop, pomodoro di San Marzano Dop. In più abbiamo deciso di importare personalmente sei etichette di un consorzio di vini biodinamici, CoViBio, introducendo un concetto completamente nuovo a San Diego, che sta avendo un successo incredibile. Abbiamo venduto 176 bottiglie di vini biodinamici in 12 giorni. Ho già dovuto organizzare un secondo container. Dall’Italia abbiamo portato anche il forno rotante e i macchinari".

Nel locale Milano è ovunque. "Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’architetto Roberto Giussani e con Massimiliano Patrignani di ma:design. In una città dove l’Italia è ancora oggi rappresentata da foto di Sofia Loren, sciarpe di Maradona e musica di Frank Sinatra, abbiamo voluto far capire che è cambiata, si è innovata, è leader nel mondo in architettura, design, moda, food and beverage, e cosa c’è meglio di un tocco di milanesità?".

In che senso è una “Milano Pizza Experience“? "Dalle lampade Golden Rings di Carlo Panzeri alla grafica che racconta grandi pezzi di cultura milanese, dalla griglia con le statue del Duomo che compongono la parola Ambrogio al logo in cui le lettere prendono ispirazione da storici marchi milanesi, tutto profuma di grandeur milanese. È un racconto visivo di una città che adoriamo, che ci manca da morire ogni giorno, di cui siamo orgogliosi e che quindi abbiamo voluto ricreare nel nostro piccolo dall’altra parte del mondo".