Amara, s’indaga ancora Pedio verso l’archiviazione

Anche per la vice-Greco, Brescia vuol chiudere il caso nato dalla denuncia del pm Storari. A Milano nuove accuse per il legale della loggia Ungheria

Migration

Brescia vuole chiudere l’inchiesta sui verbali della loggia Ungheria, Milano invece ha ripreso a indagare. Dopo aver chiesto e ottenuto l’archiviazione per l’ex procuratore milanese Francesco Greco, ora i pm bresciani fanno lo stesso anche per la sua vice Laura Pedio, pure lei indagata perché - stando alla denuncia del pm Paolo Storari - avrebbe ritardato gli accertamenti necessari sulle dichiarazioni messe a verbale dall’ex legale esterno Eni Piero Amara, che aveva parlato di una loggia con professionisti, forze dell’ordine, pure magistrati, intenti ad aiutarsi nella spartizione di incarichi e cariche pubblcihe. Presunti ritardi d’indagine che, fra l’altro, spinsero Storari (per tutelarsi) a consegnare quei verbali segreti al membro del Csm Piercamillo Davigo. Finora però, da Brescia è uscito assolto Storari (nessuna rivelazione di segreto d’ufficio), “archiviato“ Greco (nessun ritardo sulle indagini) e alla stessa sorte sembra destinata Pedio. Tutto bene per loro dunque: e quindi perché da più di un anno in procura a Milano c’è una battaglia di denunce incrociate tra magistrati in tutte le sedi sulla vicenda di Amara?

L’unica certezza è che sulla fantomatica loggia Ungheria nel capoluogo le indagini sono riprese alla grande. Si sta avvicinando a quota venti il numero dei fascicoli aperti per accertare se Amara con le sue dichiarazioni abbia o meno calunniato le persone che a suo dire avrebbero fatto parte dell’associazione segreta. I pm Stefano Civardi e Monia Di Marco, con il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, stanno lavorando per capire se ci siano o meno gli estremi per contestare all’avvocato siciliano una nuova accusa di calunnia, anzi tante accuse quante sono le persone che ha tirato in ballo.

Fra l’altro, sempre nei suoi confronti gli stessi tre pm, due settimane fa, hanno chiuso l’inchiesta per rivelazione del segreto per i famosi (suoi) verbali che sarebbero usciti ancora prima di quando Storari li portò a Davigo. Tanto che la foto di una loro pagina venne mostrata durante un interrogatorio reso a Storari e Pedio da Vincenzo Armanna, ex manager di Eni e insieme all’avvocato siciliano Amara tra gli accusatori della compagnia petrolifera italiana e dei suoi vertici, poi tutti assolti in primo grado dall’accusa di corruzione internazionale per vincere un appalto in Nigeria. Per le vicende di quel processo, un altro procuratore aggiunto milanese, Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro che avevano sostenuto l’accusa in giudzio, sono indagati per omissione edi rifiuto d’atti d’ufficio per presunto mancato deposito di prove, tra cui una chat di Armanna.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro