di Marianna Vazzana
Nel 2016 il “record“ all’incrocio maledetto era stato di 18 incidenti in un anno. Li avevano contati gli abitanti di viale Abruzzi che ora, a distanza di sette anni, tornano a chiedere di intervenire in quel punto, all’altezza della rotonda di fronte al Bar Basso, dove ieri mattina c’è stato l’ennesimo schianto auto-moto. Non un episodio isolato, "abbiamo avuto tre incidenti in tre giorni", incalza Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi e referente del comitato Abruzzi-Piccinni. Ieri alle 8, una donna di 38 anni in scooter è stata urtata da un’auto. Ambulanza sul posto e per fortuna nessun trauma che rendesse necessario il trasporto in ospedale. "È andata bene", il commento dei cittadini. Ma martedì alle 16.30 è andata peggio a un ventiquattrenne, pure lui centauro e pure lui vittima dell’impatto con una macchina, che è stato trasportato in codice giallo all’Istituto clinico Città Studi per ferite e contusioni. "E non è finita, perché il giorno prima c’è stato un’altro schianto", testimoniano gli abitanti. Quell’incrocio, a quanto pare resta "maledetto". Perché? "Gli incidenti accadono in questo punto – spiega Minoletti – perché gli automobilisti commettono un’infrazione: percorrendo viale Abruzzi in direzione piazzale Loreto, per girare a sinistra e imboccare via Plinio dovrebbero avanzare sulla corsia laterale e aspettare il semaforo verde. Molti però rimangono al centro della carreggiata e da lì svoltano direttamente, tagliando la strada alle moto che percorrono la preferenziale anche a velocità sostenuta perché hanno il semaforo verde". Una manovra scorretta che "ogni ora – assicura la cittadina – effettuano più di 10 macchine". Quindi lo schianto è sempre dietro l’angolo.
Dito puntato anche contro "la risistemazione della strada, perché lo spazio per eventuali correzioni è ristretto e, nell’aiuola, sono state aggiunte piante che chiudono la visuale sia agli automobilisti sia ai motociclisti. Si parla di viabilità pericolosa ma – conclude Minoletti – occorrerebbe fare una seria mappatura dei punti più a rischio e prendere seri provvedimenti. Noi residenti segnaliamo dal 2016 questa criticità ma nulla è stato fatto".