Tangenti in Lombardia, Fabio Altitonante torna in libertà

Si sgonfiano le accuse: "Non corruzione ma traffico di influenze"

Fabio Altitonante

Fabio Altitonante

Milano, 7 agosto 2019 - Ha ricevuto la notizia dal suo difensore, ieri pomeriggio, tre mesi dopo l’arresto con l’accusa di corruzione e finanziamento illecito nell’indagine Mensa dei poveri. Fabio Altitonante, ex consigliere regionale di Forza Italia e sottosegretario lombardo con delega alla rigenerazione area Expo, è tornato in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare. Identico provvedimento anche per il manager Luigi Patimo, coinvolto nella maxi-inchiesta della Dda di Milano con l’accusa di aver finanziato illecitamente la campagna elettorale del forzista per ottenere lo sblocco di una pratica edilizia da parte di Palazzo Marino.

I due, che erano ai domiciliari, da ieri sono liberi per effetto della decisione con cui il Tribunale del Riesame, qualche settimana fa, per entrambi ha derubricato il reato di corruzione in quello meno grave di traffico di influenze. «Ovviamente sono contento - spiega Altitonante - ma per ora preferisco non rilasciare dichiarazioni». Altitonante è uno dei politici milanesi coinvolti nell’inchiesta con al centro un presunto sistema di tangenti per incarichi e appalti e infiltrazioni della ’ndrangheta. Tra gli indagati anche il compagno di partito Pietro Tatarella e il “burattinaio” Nino Caianiello, storico esponente di Fi in provincia di Varese, Lara Comi e - in un filone collaterale - il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, accusato di abuso d’ufficio per un incarico all’ex consigliere regionale Luca Marsico. Dopo l’arresto, Altitonante aveva scelto di farsi interrogare, respingendo le accuse. Ha sostenuto che quello che i pm consideravano un finanziamento illecito da 25mila euro «è in realtà un finanziamento regolare e dichiarato, per la campagna elettorale di Pietro Tatarella».

Per decretare la sua liberazione è stata fondamentale la scelta del Riesame di derubricare il reato di corruzione, alleggerendo notevolmente la sua posizione. Resta in piedi, invece, l’accusa di finanziamento illecito, oltre a quella di traffico di influenze. Potrà affrontare quindi a piede libero un eventuale processo. Nelle scorse settimane altri indagati sono tornati liberi. Tra questi Carmine Gorrasi, ex responsabile di Forza Italia a Varese, Gian Paolo Riva, ex dipendente Amsa, Andrea Gallina, ex ad di Acqua Novara Vco, società municipalizzata, Laura Bordonaro, l’ex manager della società partecipata Accam e pure Matteo Di Pierro, ex collaboratore dell’imprenditore Daniele D’Alfonso. Quest’ultimo è ritenuto, come del resto Caianiello, uno dei protagonisti del sistema corruttivo e si trova ancora in cella.

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