A Milano torna il crack ed è allarme fentanyl. L’esperto: rischiamo una strage

Secondo Riccardo Gatti lo scenario è inquietante: "Sostanze sempre più potenti e letali: perché il mercato della droga sta ammazzando i suoi clienti?”

A Milano torna il crack

A Milano torna il crack

Milano – Il fenomeno nuovo è il ritorno a Milano di una droga vecchia come il crack, ricavata dalla cocaina, che si è diffusa a partire dagli anni ’80 nei “ghetti” delle città statunitensi grazie ai suoi costi bassi, con effetti devastanti anche sulla salute psichica. Si aggiunge a eroina, cocaina, droghe sintetiche per tutte le tasche e per tutte le esigenze, in un mercato illegale che offre anche farmaci utilizzati come stupefacenti.

"Negli Stati Uniti oppioidi sintetici come i fentanili stanno provocando danni enormi anche in termini di decessi – spiega Riccardo Gatti, alla guida del dipartimento interaziendale dipendenze (Dipead) dell’Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, che controlla i Sert dell’ex Asl –. In Italia i segnali sono preoccupanti e, se non si interviene in tempo, rischiamo di essere travolti e di trovarci di fronte nei prossimi anni a una situazione fuori controllo".

L’analisi delle acque reflue evidenzia l’aumento del consumo di droghe.

"A Milano gira tanta cocaina, eroina, sostanze spesso unite all’alcol. Il mercato è in movimento e un dato molto preoccupante è la diffusione crescente del crack. Costa pochi euro, offre una “botta“ immediata e subito dopo una fase di down che porta al bisogno di fumarne ancora. Negli anni ’80 e ’90 ha creato negli Stati Uniti un esercito di zombie, una escalation di crimini violenti e insensati dovuti all’instabilità psichica. Negli Usa muoiono 120mila persone all’anno a causa degli stupefacenti, i fentanili stanno provocando una strage e se dovessero diffondersi in massa anche in Italia il nostro sistema finirebbe travolto. Sono i numeri di una guerra, bisogna unire i puntini e capire qual è la strategia. Perché il mercato della droga sta ammazzando i suoi clienti, perdendo così un introito sicuro?".

Che idea si è fatto?

"Non voglio sembrare paranoico ma la droga è sempre stata, pensiamo alle guerre dell’oppio in Cina, anche uno strumento di conquista, sottomissione o destabilizzazione. Questa potrebbe essere la strategia. L’amministrazione Biden, in ritardo, ha investito per salvare i tossicodipendenti dalle overdose. Il problema è che ora alla droga è stata mischiata una sostanza di origine veterinaria, un sedativo, che non risponde agli antidoti alle overdose da oppiacei. Perché un mercato sta facendo di tutto per uccidere i suoi clienti?".

A Milano quante sono, in questo momento, le persone seguite dai servizi?

"Considerando Milano e le zone di Sesto San Giovanni, Cinisello e Comuni limitrofi in questo momento sono seguite 4-5mila persone. I servizi, pur potendo contare su professionisti molto preparati, sono al limite. Il consumo di droga, dopo una flessione durante la pandemia, sta superando i livelli pre-Covid. Potrebbe prepararsi una tempesta e se dovessero diffondersi anche da noi i fentanili finiremmo travolti. Gli scenari sono inquietanti e, purtroppo, manca una visione generale del problema".

Chi sono i consumatori a Milano?

"Da sostanza d’élite o di devianza ora la droga è trasversale, il consumo è connotato da conformismo più che da trasgressione. Poi c’è il ritorno della droga come strumento di riscatto sociale nelle periferie. Pensiamo ai trapper, che cantano quello che vivono. In generale, per spingere il mercato, la droga è sempre più potente, e quindi con effetti devastanti per la salute fisica e mentale".

Servirebbero nuove leggi?

"Sono convinto che le norme andrebbero ripensate, ma cambiando le leggi non si risolvono i problemi, non si ferma l’invasione. Solo con la cultura e la consapevolezza, tutta da costruire, può esserci un vero cambiamento".

Si è abbassata l’età dei primi contatti con le droghe?

"L’età è sempre stata bassa, purtroppo ora si è allargato il bacino. E gli spacciatori, a differenza del passato, non si fanno alcuno scrupolo a vendere droga anche a un ragazzino di 12-13 anni. Il problema è che lo spaccio sulle strade è solo la punta dell’iceberg e, grazie a internet, si sono moltiplicate all’infinito le possibilità di acquisto e di contatto con le sostanze".

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