REDAZIONE MILANO

Alessandro Capelli, "Un Pd vicino agli amministratori e una Milano per tutti"

Alessandro Capelli, candidato segretario metropolitano del Pd, vuole un Pd vicino agli amministratori, con al centro i circoli, una città metropolitana integrata e un "Progetto Milano" per ricostruire la coalizione sociale. Obiettivo: una città per tutti.

Alessandro Capelli, in caso di elezione come segretario metropolitano del Pd, quali saranno i suoi obiettivi politici?

"Voglio un Pd vicino agli amministratori, ma saldo nella società e nei territori. Un Pd con al centro i circoli. Serve poi una città metropolitana integrata e un “Progetto Milano”, per ricostruire la coalizione sociale che ha fatto vincere il Pd con Pisapia. Una pagina che sono orgoglioso di aver aiutato a scrivere".

Su Milano Città, quali ritiene siano i principali problemi da affrontare e quali soluzioni propone per migliorare le condizioni di vita dei milanesi?

"Milano deve tornare una città per tutte e tutti. Penso al diritto alla casa, al costo della vita. E poi sicurezza stradale, accessibilità su sport e cultura, sicurezza. In questi 12 anni abbiamo cambiato la città, ma ora serve cambiare passo per chi si sente escluso dalla crescita della città".

Se potesse dare un consiglio al sindaco Sala, quale sarebbe?

"Ascolteremo le voci della città e con loro costruiremo proposte nuove verso le prossime primarie. Il Pd sarà protagonista e coraggioso al fianco di chi amministra perché sui grandi temi serve un Pd autonomo e autorevole".

Il governo della Città metropolitana è complicato con l’attuale assetto normativo. La riforma Delrio va superata e l’assetto della Grande Milano va modificato? È favorevole all’elezione del sindaco metropolitano?

"Il sindaco della Città metropolitana deve essere eletto da tutti, non solo da Milano. E deve avere competenze e risorse. Noi faremo passi avanti, con gli Stati Generali della città metropolitana per dare risposte ai territori".

Quali sono le battaglie politiche che il Pd di Elly Schlein dovrebbe condurre da qui alle Europee? Milano dovrebbe contare di più?

"Vogliamo un’Europa giusta e capace di affrontare le sfide su clima, lavoro giusto, migrazioni, sviluppo sostenibile. La nostra terra è diventata grande aprendosi all’Europa, con una visione molto diversa da quella della destra individualista. Loro tolgono fondi, a partire dai Piani Urbani Integrati, noi abbiamo lottato per il Recovery Plan. Milano in questi anni è stata autonoma dal Pd nazionale: vogliamo renderla sempre più protagonista. Solo così faremo emergere candidature territoriali a tutte le tornate elettorali".

Le correnti sono un problema per il Pd o un normale strumento di confronto tra le diverse anime del partito?

"Io non faccio parte di correnti: ho scelto il Pd perché è plurale, aperto, ricco di storie. Con iscritti, segretari, sindaci e amministratori che hanno sostenuto la mia campagna abbiamo una sola bandiera: quella del Pd. Siamo orgogliosamente plurali e valorizziamo le differenze. Lasciamoci alle spalle i posizionamenti fini a loro stessi".

In caso di vittoria, come pensa di coinvolgere la parte sconfitta? E in caso di sconfitta, come si comporterà?

"Il Pd ha bisogno di tutte e tutti. C’è bisogno di unità. Le persone non ne possono più di vederci litigare senza capirne il motivo. La mia campagna pensa al futuro e continuerò così e, come naturale, farò il massimo in ogni caso per il Pd".

M.Min.