LAURA LANA
Cronaca

Aldo, 30 anni sulla stessa panchina a Cinisello. Addio al ragioniere-clochard amico di tutti

Musicista dilettante, Muciaccia dormiva in piazza Gramsci. Il sindaco: "Vivrà nel cielo che gli ha fatto da tetto"

Aldo Muciaccia, il clochard che da trent'anni viveva in piazza a Ciniselllo

Cinisello Balsamo (Milano) – Piazza Gramsci non troverà più Muciaccia al suo risveglio. Ieri mattina, alzando le saracinesche, i negozianti non l’hanno visto sgranchirsi sulle panchine che l’hanno ospitato per trent’anni. Romualdo "Aldo" Muciaccia, 64 anni, stazionava nel centro storico, spostandosi tra la piazza, il municipio, via Garibaldi e le altre strade limitrofe. Non era un senzatetto. Era il senzatetto di Cinisello Balsamo. Romualdo. Aldo. Muciaccia. Ragioniere, musicista dilettante, clochard per scelta. Sapeva suonare il pianoforte: frequentava abitualmente il centro culturale “Il Pertini“ per esercitarsi sui tasti. Lo conoscevano tutti: il volto familiare sulla strada. "Un caffè? Una sigaretta? Qualche monetina?".

Era malato da tempo e aveva rifiutato ogni aiuto che istituzioni e associazioni avevano provato a offrirgli, accettando d’essere curato solo nei momenti di estremo bisogno. Muciaccia è morto in un banale giorno feriale d’estate. "Mi salutava sempre, anche quando ero di spalle a fare le vetrine. “Buongiorno, signora“, mi diceva", racconta Angela Magni, titolare della gioielleria omonima di piazza Gramsci. Amatissimo dalla madre, che abitava in via Villa nelle prime case costruite della cooperativa La Previdente, da ragazzo Muciaccia frequentava l’oratorio. Con il fratello e la sorella non aveva invece più rapporti da tempo, come accade spesso in vicende come la sua.

Aveva iniziato a lavorare come ragioniere. Una vita ordinaria, poi sconvolta dalla malattia che lo aveva portato a tagliare con tutto e tutti. Era finito a vivere nelle cantine del palazzo e poi sulle panchine. "Lo conoscevamo tutti. Aveva scelto di vivere così – commenta il sindaco Giacomo Ghilardi –. Siamo certi che ora si godrà piena libertà in quel cielo che ha sempre voluto fosse il suo tetto". Il Comune era disposto anche a sostenere le spese per le esequie. "Eravamo pronti a sostenere il funerale in povertà – conclude Ghilardi – I familiari ci hanno detto che se ne occuperanno loro".

Gli abitanti di Cinisello che l’hanno trovato morto, ucciso da un malore, sono ancora sconvo lti. "Vederlo immobile e poi con quel telo verde addosso è stato drammatico. Era una persona intelligente e sensibile, purtroppo prima la malattia mentale e poi quella fisica, subentrata dopo decenni di vita all’aperto, lo hanno portato via in questo modo". Era generoso, lui che non aveva nulla e sopravviveva grazie alla solidarietà della città. "Quando andava a messa la domenica, nella chiesa di Sant’Ambrogio, se aveva ancora qualcosa in tasca lo lasciava nella cassetta delle offerte". Per lo più chiedeva sigarette.

"Ah, ne fumava tantissime. Al massimo ti chiedeva 20 centesimi o un caffé". Una presenza fissa quella di Muciaccia. "Era una certezza sapere che nella vecchia biblioteca, nel parco di Villa Ghirlanda o in qualche bar lo avresti incrociato, scansato, ci avresti chiacchierato o litigato. Tutti noi abbiamo almeno un ricordo con lui", dice il consigliere comunale Alberto Amariti. «Era un personaggio di Cinisello e mi mancherà", confessa l’ex sindaco Daniela Gasparini. Sui social una valanga di ricordi: "Spirito libero", "ha accompagnato intere generazioni con la sua presenza", "finalmente ha trovato un posto tranquillo dove riposare". E ancora: "Era una certezza sapere che nella vecchia biblioteca, nel parco di Villa Ghirlanda, sulle panchine o in qualche bar lo avresti incrociato, scansato, ci avresti chiacchierato o litigato".

Così il nipote: "Hai scelto di vivere libero da tutto e da tutti, libero nel pensiero, libero dalle convenzioni, libero di non scendere a compromessi e infine libero di andartene via. Libero come la musica e leggero come il vino, ora puoi volare in pace".