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Alberto Genovese: “Meno male che mi avete arrestato, così mi avete salvato dalla droga e dai miei errori”

Violenze sessuali durante i festini a base di coca. La confessione dell'ex imprenditore del web interrogato per quasi tre ore dai pm nella seconda tranche delle indagini su nuovi episodi

Alberto Genovese, l'ex imprenditore del web condannato per violenze sessuali su minori

Alberto Genovese, l'ex imprenditore del web condannato per violenze sessuali su minori

Milano, 28 giugno 2023 – “Meno male che mi avete arrestato, perché così mi avete salvato dalla tossicodipendenza e dai miei errori”. È quanto, in sostanza, ha detto oggi pomeriggio ai pm milanesi Alberto Genovese, interrogato per quasi tre ore in Procura nella seconda tranche delle indagini per ulteriori accuse, tra cui altri episodi di violenze sessuali nei confronti di due giovani e con lo stesso schema, ossia con uso di cocaina.

Per il resto, l'ex imprenditore del web, già condannato in via definitiva nel primo processo, ha spiegato ancora una volta ai pm che anche queste presunte violenze contestate, sempre risalenti al 2020, sono avvenute in un contesto di festini in cui tutti i presenti, ragazze comprese, si drogavano e che lui, nelle condizioni di tossicodipendenza in cui era, pensava che le giovani fossero consenzienti. Ha riferito anche che ora, prima quando era in clinica e poi in carcere (è detenuto a Bollate), si è curato ed è riuscito ad uscire, con fatica, dalla tossicodipendenza.

Stessa linea

Sul fronte delle accuse di abusi sessuali sulle due ragazze, dunque, Genovese, interrogato dall'aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini e difeso dai legali Salvatore Scuto e Davide Ferrari, si è difeso, in sostanza, con la stessa linea già sostenuta nel primo processo. Lui era convinto, dato il suo stato mentale causato dall'uso smodato di cocaina, che quelle ragazze avessero dato il loro consenso a quel genere di rapporti sessuali. Secondo l'accusa, le vittime, giovani modelle, erano incoscienti quando il 46enne abusava di loro dopo i festini.

La modella diciottenne

Per quanto riguarda l'accusa di intralcio alla giustizia, per aver dato soldi alla modella di 18 anni che l'ha denunciato e fatto finire in carcere il 6 novembre 2020, Genovese ha spiegato, a quanto si è appreso, che quel denaro l'avrebbe versato in quanto lui era convinto che avessero concordato una prestazione a pagamento. Cosa che la giovane ha sempre smentito. Infine, sull'imputazione relativa alla detenzione di materiale pedopornografico sarebbero arrivate da Genovese delle ammissioni, anche se l'ex imprenditore avrebbe cercato di precisare meglio il modo in cui aveva effettuato quelle ricerche online. Dopo la chiusura della nuova tranche di indagini e l'interrogatorio, la Procura a breve chiederà il rinvio a giudizio nel procedimento che vede indagati anche l'ex braccio destro di Genovese, Daniele Leali, e l'ex fidanzata.