
Milano – Il 13 novembre dello scorso anno un panettiere di 25 anni fu ferito a colpi di pistola mentre stava chiudendo l’attività. Fu un vero e proprio agguato, quello di piazza Bonomelli in zona piazzale Corvetto che fin da subito fu ricollegato, dagli inquirenti, a motivi sentimentali. Gli spari, insomma, furono una sorta di punizione. A distanza di otto mesi tre persone sono state condannate a pene fino a 8 anni e 10 mesi per tentato omicidio.
La sentenza è stata emessa oggi con rito abbreviato dal gup milanese Patrizia Nobile, a seguito delle indagini della Polizia. In particolare, a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni è stato condannato Giuseppe Famà, 34 anni, difeso dal legale Robert Ranieli e che, mentre si trovava in affidamento terapeutico per un'altra condanna, sparò, stando all'imputazione, al negoziante egiziano da una distanza di circa 10 metri. La colpa del panettiere? Avere una relazione con la ex dello sparatore. Il colpo lo ferì alla gamba destra e l'uomo riuscì a scappare “a zig zag” schivando un secondo proiettile sparato “ad altezza d'uomo”.
A 7 anni, 9 mesi e 10 giorni è stato condannato un altro imputato di 35 anni, difeso dall'avvocato Antonio Finelli e che avrebbe accompagnato il 34enne per l'agguato coprendogli "le spalle” per la fuga. A 5 anni, 9 mesi e 10 giorni è stato condannato, infine, Cristian Picardi, 30 anni, difeso dal legale Leonardo Tammaro e che avrebbe effettuato un sopralluogo per “assicurarsi” che il negoziante “fosse da solo e per strada”. I tre erano stati arrestati dalla Polizia tra novembre e dicembre scorso. Stando alle indagini, il panettiere era anche stato minacciato in precedenza al telefono da Giuseppe Famà.