Milano, insegnanti nel mirino: a scuola un’aggressione ogni tre giorni

La stima choc di Tuttoscuola e l'allarme del sindacato Gilda: "E' un'istituzione della Repubblica, non un servizio sociale per le famiglie"

Un'insengnante (foto di repertorio)

Un'insengnante (foto di repertorio)

Milano 19 dicembre 2018 - Sedie "volanti"in una scuola di Vimercate, lanci di oggetti, quaderni e libri ma anche strattonamenti e spintoni in un’aula a Carbonia, in Sardegna. Sono gli ultimi casi di bullismo verso gli insegnanti che hanno creato scalpore nell’ultimo mese e mezzo.

Ma anche a Milano la scorsa settimana si è registrato un episodio: un maestro di 46 anni è stato preso a pugni e schiaffi dallo zio di un alunno spalleggiato dalla mamma del piccolo alle elementari di piazza Gasparri, in zona Comasina. Nell’anno scolastico 2017-2018 la rivista Tuttoscuola ha attivato un contatore per raccogliere i casi di aggressione ai docenti: 33 violenze fisiche accertate e 81 stimate. Una ogni tre giorni, più o meno.

«C’è moltiplicazione di aggressioni e mancanza di rispetto verso gli insegnanti e le istituzioni – riflette Rino Di Meglio, coordinatore nazionale del sindacato Gilda degli insegnanti –. C’è l’idea diffusa che la scuola non sia un’istituzione della Repubblica ma un servizio sociale a disposizione delle famiglie, viste come clienti da soddisfare. Concezione sbagliata. Vogliamo intrattenitori o insegnanti? La scuola è studio, impegno e fatica. Mi fa piacere che il ministro dell’Istruzione Bussetti abbia precisato, sui compiti per le vacanze, che ha invitato a darne di meno, non a non darne. I compiti non vengono assegnati per sadismo».

Ma a sentire le testimonianze dei docenti pare che il mondo ormai giri al contrario. Il senso del clima che si respira dalla cattedra è sintetizzato in una vignetta sulla scuola del futuro diffusa dallo stesso sindacato: un alunno è accompagnato da un avvocato che a alla professoressa che vorrebbe interrogare in storia dice «ll mio cliente si avvale della facoltà di non rispondere». Ora pare che giri così, il mondo. A maggio 2015 in un liceo di Sesto una professoressa fu spinta a terra da uno studente, prognosi di 10 giorni per contusioni e distorsione cervicale. Il motivo? «Gli avevo sequestrato il telefonino perché stava giocando in classe. Lui mi ha seguita protestando, dicendomi che era un modello costoso e avrei potuto rubarglielo. Al mio rifiuto mi ha buttato a terra». E spesso a reagire sono i genitori: a maggio, in una scuola della periferia nord, una mamma di 40 anni ha voluto “vendicare” suo figlio di 8 anni aggredendo una maestra. «Quella maestra che per un’ora ha fatto supplenza nella classe di mio figlio - la giustificazione -, lo ha stretto per un braccio e lo ha graffiato». Mentre a giugno due papà 50enni erano stati denunciati, uno a Gorgonzola e l’altro a Pogliano, per aver minacciato gli insegnanti ritenuti responsabili della bocciatura dei figli.

 

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