
Samuele Vegna dopo il pestaggio: ha pubblicato la foto sulla sua pagina Facebook, dove ha condiviso l’accaduto
Milano, 22 settembre 2018 - «Non esco più di casa da solo. Ho paura, ho attacchi d’ansia e vivo momenti di panico. Mi vedo la guancia sempre gonfia, mi sento indifeso e vulnerabile. E ogni secondo ho davanti agli occhi la persona che mi ha aggredito brutalmente, insultandomi con frasi omofobe. Non riesco a dimenticare la sua faccia». Samuele Vegna, 21 anni, omosessuale, racconta al Giorno il dramma che ha vissuto lunedì in pieno giorno alla fermata del tram 9 a Porta Romana. «Erano le 13.20. Stavo aspettando il tram per andare a lezione alla Bocconi, dove frequento Giurisprudenza, quando un ragazzo che non conosco mi ha urtato mentre era al cellulare e non si è scusato. Così gli ho detto: “Guarda dove vai!” La sua risposta è stata: “Frocio di mer**, cosa vuoi?” E ha continuato a insultarmi, sputandomi più volte addosso davanti a tutti».
La voce di Samuele si incrina mentre racconta, ricordando che «nessuno ha reagito, nessuno ha chiamato aiuto. Io ho provato ad andarmene ma quel ragazzo mi ha raggiunto dicendomi che mi avrebbe seguito fino a casa. Io gli ho risposto che stavo andando a lezione. Ed è scattata la violenza: mi ha tirato un pugno in faccia buttandomi a terra, poi un altro. Oltre a un calcio sul fianco sinistro. Penso volesse rompermi una costola ma per fortuna non c’è riuscito. E, come prima, nessuno ha mosso un dito per aiutarmi». L’aggressore poi se n’è andato. «Io lì per lì non mi ero reso conto della gravità della situazione, tanto che non ho chiamato né ambulanza e né forze dell’ordine, ma solo il mio fidanzato, che mi ha accompagnato all’ospedale. Poi ho iniziato a sentire il dolore». Risultato del pestaggio: frattura scomposta della mascella e deviazione del setto nasale. «Dovrò essere operato e mi sarà messa una piastra di titanio che rimarrà per il resto della mia vita. Ho numerose ferite sulle ginocchia e a un grosso livido sul fianco sinistro». Ma c’è un’altra conseguenza, che ferisce l’anima: «Se sei omosessuale, se hai capelli tinti d’argento e una voce come la mia dalla quale si capisce tutto, dopo che ti succede una cosa del genere hai paura di venir picchiato da chiunque. Anche solo se dici un semplice “guarda dove vai”. Io ho smesso di andare a lezione e non esco più da solo».
Ieri Samuele ha sporto denuncia alla polizia. «Studio Legge e credo nella giustizia. Mi auguro che questa persona paghi per il male che mi ha fatto». Intanto lo studente ha ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà, «tra cui quello della senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà che mi ha reso emozionato, orgoglioso e contento. Ringrazio tutti». I Giovani democratici di Milano organizzeranno un presidio di solidarietà per Samuele, alla fermata del tram di Porta Romana.