MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Aggressione al pronto soccorso. Ventenne blocca l’accesso al triage e vuole rubare la pistola al vigilante

Fatebenefratelli, il giovane si è presentato di notte per il mal di gola ed è tornato all’alba. Arrestato. Attivato l’allarme. Il direttore sanitario: "Impegno per un ambiente sicuro. Ogni anno 55mila pazienti".

Il pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli

Il pronto soccorso dell’ospedale Fatebenefratelli

e Marianna Vazzana

Prima la richiesta di essere visitato in pronto soccorso per il mal di gola, nel cuore della notte. Poi, dopo la dimissione con zero giorni di prognosi, il ritorno in ospedale alle 6 del mattino. Una “presenza inopportuna“ davanti al triage, che ostacolava l’accesso allo sportello. E quando è intervenuto il vigilante, quel giovane lo ha aggredito cercando di portargli via la pistola. Alla fine il violento, un egiziano di 20 anni, è stato arrestato per tentata rapina aggravata e indagato per lesioni. È successo martedì all’alba al Fatebenefratelli, dove una Volante della polizia di Stato è intervenuta dopo l’attivazione del pulsante anti-aggressione presente nella struttura sanitaria.

Stando a quanto emerso, il giovane era arrivato al pronto soccorso attorno all’1, per il mal di gola. Dopo la visita e la dimissione, è tornato. Erano le 6 quando si è scagliato contro l’addetto alla vigilanza, albanese di 43 anni, che ha provato ad allontanarlo perché restava in piedi davanti al banco dell’accettazione del triage bloccando l’accesso agli altri utenti. L’addetta allo sportello, italiana di 50 anni, ha quindi premuto il pulsante per allertare le forze dell’ordine.

All’arrivo degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale, la guardia giurata aveva quasi immobilizzato il ventenne, che era a terra. Quindi per l’egiziano è scattato l’arresto. Il vigilante ha riportato alcune ferite ed è stato curato al pronto soccorso, rimediando 6 giorni di prognosi. Non è la prima volta che questo presidio sanitario è teatro di episodi di violenza. Perché un pronto soccorso, per definizione aperto sempre e a tutti, in una metropoli è anche approdo di chi non sa dove andare; e questo poi è un Ps di frontiera, con oltre 55mila accessi all’anno e una posizione “strategica“, vicina a due stazioni.

Non a caso proprio qui, a fine marzo, è partita la sperimentazione di una postazione con due mediatori linguistico-culturali di Emergency: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18, aiutano pazienti non gravi che non sono iscritti al Servizio sanitario nazionale (i tre quarti sono stranieri regolari che non riescono a districarsi nell’italica burocrazia). Ma il pronto soccorso è anche uno dei reparti più a rischio per le violenze agli operatori sanitari esplose dopo la pandemia (ne sono state segnalate 10.664 l’anno scorso in Lombardia, quasi trenta al giorno), che negli ultimi anni s’è cercato di presidiare con vigilanti, posti di polizia o pulsanti collegati alle forze dell’ordine come quello premuto martedì dalla triagista mentre l’esagitato aggrediva la guardia.

Alla quale "come prima cosa vorrei esprimere piena solidarietà, mi auguro sinceramente che possa riprendersi al più presto – dice al Giorno Mara Grazia Colombo, direttrice generale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco –. Vorrei inoltre ringraziare tutto il personale del pronto soccorso del Fatebenefratelli per il lavoro che ogni giorno svolge e per aver saputo, anche in questo caso, agire prontamente contattando la Polizia tramite il pulsante anti-aggressione, in modo che la situazione non si aggravasse ulteriormente. Il Ps del Fatebenefratelli è un punto di riferimento fondamentale per la città e il nostro impegno è garantire cure e assistenza in un ambiente che sia sicuro per i pazienti e gli operatori. Continueremo pertanto ad adottare tutte le misure necessarie per prevenire e gestire situazioni come quella che si è presentata".