
di Francesca Grillo
Un accordo firmato tra il Comune e le organizzazioni delle proprietà edilizie e degli inquilini per rispondere a un problema sempre più frequente: l’emergenza abitativa relativa alla fascia di cittadini che, a causa del loro reddito, non hanno i requisiti per accedere ai canoni sociali ma non possono permettersi i prezzi degli affitti del mercato privato. Si tratta di un accordo sui contratti di locazione a canone concordato (uno strumento introdotto nel 1998) che consentirà di affittare un appartamento a prezzi inferiori a quelli di mercato. "L’intesa prevede la suddivisione del territorio in tre aree per ognuna delle quali è stata definita la fascia di oscillazione del canone, ossia gli importi minimi e massimi, inferiori ai prezzi di mercato – spiegano dal Comune – . Per gli inquilini la riduzione del prezzo dell’affitto è stimata del 20-30%".
"La sottoscrizione di questo accordo – spiega Milena Pollara della segreteria del Sunia di Milano – permette di rinnovare i contratti a canone concordato secondo nuovi valori al metro quadroannuo più vicini alla realtà e che tengono conto dei cambiamenti intervenuti sul territorio". Le tre zone individuate (gialla: Villaggio Giardino, Copernico, Molinetto, Caboto; arancione: Guardia di sopra, Guardia di sotto; verde: Curiel, Marzabotto, Cellini) hanno caratteristiche omogenee in relazione ai valori di mercato degli immobili e alle dotazioni infrastrutturali del territorio (trasporti pubblici, verde pubblico, servizi scolastici e sanitari).
"Il canone concordato – commenta Elena Galli, assessore alle Politiche abitative – è una delle azioni messe in campo per rispondere all’emergenza abitativa, ma stiamo valutando altre forme di sostegno che possano creare sinergie tra privato e pubblico". Secondo Cesare Rosselli, segretario generale di AssoEdilizia, "è uno strumento valido alla soluzione del problema casa". Tra le associazioni di proprietà edilizia presenti alla firma dell’accordo c’erano Confapi Corsico e Appc. "Era da tempo – sottolinea Luca Rezzonico di Confapi – che i nostri associati chiedevano un risconto sui canoni concordati". Una richiesta condivisa anche dai proprietari iscritti all’Appc: "Una firma importante – aggiunge il presidente provinciale Tomaso Songini –: dà una risposta ai cittadini che chiedevano di poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste dal canone concordato, come la cedolare secca al 10%".