Addio Cavalleri critico gentiluomo e Ambrogino d’oro

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Il giornalista, scrittore e critico letterario Cesare Cavalleri, nato a Treviglio, protagonista di primo piano dell’informazione e dell’editoria cattolica per oltre mezzo secolo, storico direttore della rivista “Studi cattolici” e delle Edizioni Ares legate all’Opus Dei, è morto a Milano all’età di 86 anni dopo una lunga malattia. Il 23 novembre, congedandosi dai lettori, aveva annunciato senza fronzoli su “Avvenire” la sua morte imminente con una lettera al direttore: "I medici mi hanno graziosamente comunicato che mi restano 9 settimane di vita. Non immaginavo simile conclusione, ma prendo volentieri atto e mi tuffo nella preparazione immediata al grande salto (quella remota è iniziata, con alti e bassi, nell’adolescenza)". La camera ardente di Cavalleri è allestita oggi alla Casa del Commiato di via Antonio Gramsci 93, a Cormano, e i funerali celebrati domani alle 11 nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Fin da giovane era rimasto attratto dal mondo cattolico scegliendo la via del celibato apostolico come numerario. Conobbe Josemaría Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opera, di cui serbò ricordo indelebile. Dal ’66 Cavalleri era alla guida di “Studi cattolici”, mensile di studi e attualità: una direzione record durata ininterrottamente sino a ieri, come la collaborazione al quotidiano “Avvenire”, su cui scrisse sin dal primo numero. La sua vasta cultura e i suoi lavori certosini avevano ricevuto diversi riconoscimenti: nel 2004 il Premio Internazionale Medaglia d’Oro al merito della Cultura cattolica e nel 2006 l’Ambrogino d’oro. Aperto alle nuove forme di comunicazione, Cavalleri sapeva esprimersi anche sui social, dove il 13 di ogni mese dava appuntamento ai follower per una “lezione di poesia”. Le ultime lezioni sono state dedicate a Pavese e Ungaretti.

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