
Addio ad Antonio, chiesa gremita "Preghiamo anche per l’assassino"
di Alessandra Zanardi
Familiari, amici, collaboratori del suo storico studio di consulenze. E ancora, clienti, autorità locali, esponenti del mondo delle associazioni e del volontariato. C’erano tutti (anche il presidente del tribunale di Lodi Angelo Gin Tibaldi), ieri alle 15 nella basilica di Santa Maria in Calvenzano a Vizzolo Predabissi, per i funerali di Antonio Novati, il commercialista di 75 anni ucciso a coltellate il 20 aprile e ritrovato senza vita, alcune ore dopo, nelle campagne di Massalengo. L’altro giorno è stato convalidato il fermo del presunto omicida, Francesco Vailati, agricoltore 60enne di Lodi. Novati, che a supporto del figlio Marco e per conto del tribunale di Lodi si occupava anche di procedure fallimentari, era andato a comunicargli la data dello sfratto dopo che alcuni possedimenti dell’agricoltore, finiti all’asta, erano stati acquisiti da un nuovo proprietario. Una notizia che presumibilmente Vailati non avrebbe voluto ricevere e che avrebbe scatenato l’aggressione e le coltellate.
Le comunità di Vizzolo Predabissi, dove la vittima aveva vissuto a lungo e faceva il volontario in parrocchia, e Melegnano, dove si era trasferito di recente e nel 1975 aveva fondato il suo studio, tuttora attivo, si sono strette attorno al dolore della moglie Daniela, dei figli Marco e Roberto, delle nuore e dei nipoti. In una chiesa gremita e con la Messa scandita dalla parabola della resurrezione di Lazzaro, in tanti hanno cercato un po’ di luce e sollievo in una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica, dentro e fuori il territorio.
"Preghiamo anche per l’assassino di Antonio affinché, attraverso la pena che dovrà espiare, possa recuperare la sua dignità di uomo e figlio di Dio". Questo l’invito che il parroco di Vizzolo, don Giorgio Allevi, ha rivolto ai presenti durante l’omelia, nella quale sono state ricordate "la docilità e la gentilezza di Antonio" come "la strada giusta" e vincente rispetto alla "rabbia e violenza dell’aggressore".
Il parroco ha quindi invocato l’aiuto del Signore per "vincere il risentimento che adesso alberga nei nostri cuori. La violenza dell’aggressore non è tale da cambiare il nostro cuore, rendendolo simile al suo". Toccanti, alla fine della cerimonia, le testimonianze di chi conosceva la vittima, a partire dalle nipoti che hanno voluto dedicare al nonno ormai scomparso alcuni pensieri.