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Addio a Pasqualino Sarzana, il senzatetto che Magenta aveva adottato come un figlio

L’uomo era ricoverato all’ospedale di Abbiategrasso. Dormiva in uno scantinato ma c’era sempre chi gli metteva a disposizione vestiti e un pasto caldo

Ha lasciato un senso di sconfitta la morte di Pasqualino Sarzana (nella foto). Una vita sfortunata la sua. Morto a soli cinquant’anni dopo un’esistenza fatta di stenti. Senza più nulla e senza nessuno. Fino a un paio di anni fa viveva in una piccola cantina delle case del Comune a Pontevecchio, frazione di Magenta da abusivo. Ogni tanto entrava in ospedale, specialmente quando faceva troppo freddo. E lo si vedeva spesso fuori da un supermercato a chiedere l’elemosina.

C’è chi lo ricorda quando da giovane aveva vestito la maglia della gloriosa squadra di calcio del Pontevecchio. Perché Pasqualino a giocare a pallone era bravo. Ma poi le cose non sono andate per il verso giusto e, per vicissitudini varie, è caduto in disgrazia. Le sue condizioni di salute, già precarie, si sono aggravate negli ultimi tempi. Fino al ricovero presso l’ospedale di Abbiategrasso, dove l’altro giorno è morto. "Era una persona umile, non chiedeva nulla se non rispetto", ha detto Moreno, l’amico proprietario di un pub in piazzetta Parmigiani che nell’ultimo anno lo ospitava per la cena. Le istituzioni hanno provato ad aiutarlo, ma senza successo. Sono stati gli amici a sostenere Pasqualino e a diventare, per lui, l’unico punto di riferimento. Moreno per la cena, Alfredo gli procurava i vestiti e c’è chi gli ha trovato un posto per dormire. Uno spaccato di solidarietà silenziosa che, per lo sfortunato cinquantenne, ha voluto dire tantissimo.

Graziano Masperi