Addio a Giada, morta a 15 anni. Fatale l’arresto cardiaco in palestra. Ora opere di bene in suo nome

Non sono bastate le immediate manovre di rianimazione e le cure all’ospedale di Bergamo. Sotto shock i compagni dell’istituto Belisario di Inzago e gli amici dell’oratorio di Busnago.

Addio a Giada, morta a 15 anni. Fatale l’arresto cardiaco in palestra. Ora opere di bene in suo nome

Addio a Giada, morta a 15 anni. Fatale l’arresto cardiaco in palestra. Ora opere di bene in suo nome

Giada Pollara non c’è più. Adesso c’è anche la morte clinica per la quindicenne stroncata da un arresto cardiaco durante l’ora di ginnastica al Bellisario, a Inzago. Ieri, alle 15.15, la dichiarazione ufficiale del decesso. Dolore e strazio per la tragedia cominciata mercoledì scorso a scuola durante una corsa. L’adolescente, che da qualche tempo viveva con la famiglia a Busnago (nella foto), si è accasciata a terra sotto gli occhi dei compagni e dell’insegnante. Nonostante lo shock i soccorsi sono stati immediati. In attesa dell’arrivo del 118 e dell’elisoccorso, i professori hanno portato a termine le manovre di rianimazione. I medici l’avevano poi defibrillata e con l’adrenalina il cuore era ripartito. Ma al Papa Giovanni di Bergamo, dove la ragazza era ricoverata, è finita ogni speranza.

Entrambe le comunità sono vicine ai genitori e piangono la studentessa. Ieri a scuola il suo banco vuoto è stato un pugno allo stomaco per tutti. Nella giornata grigia della fine e del lutto sembra sospeso in una bolla di tristezza l’istituto, teatro del terribile episodio. Nulla, a prima vista, ieri ne parlava. Non striscioni, fiori o frasi a ricordare la compagna scomparsa in modo così assurdo e incomprensibile. Mesti e tirati i volti di chi entra ed esce dal cancello, avvolto in un totale e rispettoso riserbo. Così, a quanto trapela, ha chiesto anche il preside Gustavo Matassa, che, in costante contatto con la famiglia sin dal giorno del drammatico crollo della giovane in palestra, ha invitato nelle ore scorse, con una nota scritta, tutti i docenti e il personale della scuola ad accogliere il dolore e gli interrogativi degli alunni mantenendo però un profilo sobrio e rispettoso della privacy della ragazza e dei suoi disperati genitori, in un momento di dolore e tourbillon mediatico. Il via libera alle voci e ai pensieri dei ragazzi e a eventuali iniziative della scuola a ricordo di Giada arriverà. E già ci si pensa: una raccolta di fondi, un’opera di bene, un’iniziativa condivisa nel suo nome. Sicuramente, la partecipazione in massa all’ultimo viaggio, quando sarà. Qualcuno ha scelto di proporre, alla ripresa delle lezioni di ieri, un minuto di silenzio. Agli insegnanti comunque il compito di rispondere agli interrogativi più pressanti e incontenibili degli amici della ragazzina. Anche loro, come tutti, alla ricerca disperata di un perché. Monica Autunno

Barbara Calderola