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Agli Ambrogini l’ultimo abito della maison Finzi strappato dall’Olocausto

Milano, lo indosserà domani alla cerimonia al Teatro Dal Verme la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi: “Si ricuce il filo spezzato dall'odio”

Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano

Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano

Milano, 6 dicembre 2024 - Uno “strappo” al rituale di consegna degli Ambrogini 2024, per ricucire un pezzo di storia di Milano e restituire alla città l'ultimo abito della maison Finzi, che mai prima d'ora aveva visto la luce, a causa della barbarie nazifascista.

Lo indosserà domani, alla tradizionale cerimonia al Teatro Dal Verme, la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi. La storia è quella della casa di moda milanese Finzi: sede in via Manzoni, a due passi dalla Scala, la maison vestiva le dive degli anni ‘20 ed era un punto di riferimento per lo stile italiano.

Edgardo Finzi e la pietra d'inciampo che lo ricorda
Edgardo Finzi e la pietra d'inciampo che lo ricorda

Con l'avvento del fascismo, però, fu costretta a chiudere i battenti: i suoi fondatori, i fratelli Edgardo e Guglielmo Finzi, di origine ebraica, vennero incarcerati e poi uccisi nei campi di sterminio. Prima di venire deportati, i Finzi lasciarono però il bozzetto di un abito da sera sfuggito alle devastazioni del fascismo e conservato ancora oggi nella Biblioteca Nazionale Braidense, dove è stato ritrovato, ottant'anni dopo.

Da qui, grazie all'idea della creative lead Marta Nava e dell'art director Guido Lo Pinto, con l'aiuto di Anpi, Associazione figli della Shoah, il contributo di Fondazione Cariplo e il patrocinio del Comune di Milano “Milano è Memoria”, è nato il progetto “Filo spezzato”.

A ricucirlo sono stati gli studenti del master in Fashion design di Ied Milano, nell'ambito del corso “Project Development Bespoke”.

La memoria 

“Ricucire lo strappo che l'odio e la violenza nazifascista hanno provocato nella nostra società, lacerando nel profondo la storia della famiglia Finzi e quella di tanti cittadini a Milano, in Italia e nel mondo è impossibile. Ciò che possiamo fare - spiega in una nota il sindaco di Milano Giuseppe Sala - è ristabilire la verità e fare memoria delle vittime e delle loro storie".

L'abito che indosserà domani la presidente del Consiglio comunale "è un tributo elegante e intelligente alla storia bruscamente interrotta della maison Finzi e di tutte le altre aziende di valore per la nostra città cui i soprusi e la crudeltà nazifascista hanno impedito di crescere e prosperare", aggiunge Sala.

L’onore

“È un onore e un'emozione, per me, essere parte di una storia così significativa per Milano e per l'Italia che, con orgoglio, raccontiamo nel giorno del patrono della nostra città", commenta Elena Buscemi.

"Domani - aggiunge - non indosserò solo un vestito da sera, ma la testimonianza materiale di quanto sia importante curare, custodire e cercare la verità nella Memoria. Questo abito ricuce il filo spezzato dall'odio, riscatta la vicenda di una famiglia e di un'impresa milanese che, come tante altre, sono state distrutte dalla violenza dei fascisti italiani e dei nazisti e, allo stesso tempo, ha il merito di unire generazioni diverse in una esperienza di studio, ricerca e creazione artistica che certamente renderà più forte, in loro e in tutti noi, il ricordo e la Memoria di ciò che è stato l'Olocausto"