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Milano, 10 febbraio 2017 - Almeno una chiamata su due all’anno in Lombardia non è vera emergenza. E, numeri alla mano, il conto è persino in difetto. Lo dicono i dati delle telefonate processate dagli operatori delle tre centrali regionali del Numero unico europeo d’emergenza 112 (Nue). Un esempio? Martedì 7 febbraio 2017: il bollettino dell’Areu (l’Agenzia regionale emergenza urgenza) conta solo per i carabinieri - le forze dell’ordine che raccolgono più domande di interventi - 4.219 richieste a Milano, 2.218 a Brescia, 2.392 a Varese. Cinquanta secondi, a volte meno, bastano però a chi è al telefono per bloccare quelle inappropriate prima che arrivino all’Arma: il 56% a Varese, il 64% a Brescia e oltre l’80% a Milano.
Il filtro - la valutazione delle chiamate che prima del Numero unico arrivavano direttamente alle forze dell’ordine o al soccorso sanitario - è la novità principale del Nue. La rivoluzione iniziata nel 2010 e completata a fine 2014 ha istituito un solo numero di telefono per l’emergenza: il 112. Tutte le chiamate prima indirizzate a carabinieri (112), polizia (113), vigili del fuoco (115) e soccorso sanitario (118) ora confluiscono alla Centrale unica di risposta, con tempi di risposta medi di 3,5 secondi (meno di uno squillo). In Lombardia sono tre per oltre 10 milioni di residenti: a Milano (Milano e provincia), a Brescia (Brescia, Pavia, Cremona, Mantova, Sondrio e Lodi) e a Varese (Varese, Lecco, Como, Bergamo e Monza e Brianza).
«Ogni giorno le centrali ricevono tra le 14 e le 15mila telefonate», spiega Alberto Zoli, direttore generale di Areu. «In 50 secondi l’operatore processa la richiesta. Ne bastano altri 35 per inoltrare la chiamata a chi è competente: tra gli 80 e i 90 secondi si conclude tutto». Il filtro del 112 ferma il 65% delle richieste di intervento per i carabinieri, il 60, 50 e 30% per vigili del fuoco, polizia e soccorso sanitario (media regionale annuale). In un anno Milano stoppa il 68% delle chiamate ai carabinieri, il 38% alla polizia, il 73% ai vigili del fuoco e il 46% al soccorso sanitario. Varese filtra il 55% delle richieste per l’Arma, il 50% per la polizia, il 53% per i vigili del fuoco e il 23% per i soccorritori. Brescia rispettivamente il 66%, il 53%, il 56% e il 26%. «Il Numero unico 112 di emergenza - osserva Zoli - è un servizio utile ed efficiente. Ha un costo annuale inferiore a un euro per cittadino, con il 74% delle spese assorbite dal personale». L’organico di operatori telefonici previsto per le tre centrali è di 160 unità. «Grazie al filtro telefonico - puntualizza il direttore generale di Areu - il soccorso sanitario è sceso da 12 a 4 sale operative regionali. I risparmi nel settore amministrativo hanno permesso di incrementare i mezzi di soccorso. Solo a Milano sono operative 30 ambulanze in più».