LAURA LANA
Cosa Fare

In Galleria Campari 29 scatti per raccontare il gruppo red passion dal '900 fino a oggi

Sesto San Giovanni, la storia industriale raccontata in scatti di operai all'opera, reparti di imbottigliamento, erbe aromatiche e ampolle di vetro

Una delle foto storiche della mostra inaugurata alla Galleria Campari

Una delle foto storiche della mostra inaugurata alla Galleria Campari

Sesto San Giovanni (Milano), 31 maggio 2024 – Galleria Campari presenta, da domenica 2 giugno a lunedì 30 settembre, la nuova mostra “L’arte dell’industria”, un viaggio per immagini fotografiche attraverso la storia industriale del gruppo fino ai giorni nostri. L’esposizione traccia un percorso tra passato e presente, restituendo al pubblico due itinerari fotografici, uno dedicato alla dimensione storica di Campari e ai diversi stabilimenti dall’inizio del Novecento agli anni Novanta e l’altro improntato al presente, con l’inedito progetto realizzato per l’occasione dalla fotografa statunitense Jill Mathis.

“Campari: l’arte dell’industria” è anche accompagnata da un testo critico di Denis Curti, direttore artistico delle Stanze della fotografia. Il percorso espositivo prende avvio dalla selezione di 29 fotografie d’archivio: gli scatti, prevalentemente in bianco e nero, tracciano un percorso attraverso la lunga storia del brand, ritraendone, decennio dopo decennio, le fasi produttive e i lavoratori che le hanno portate a compimento.

Si parte dallo stabilimento di Sesto San Giovanni, prima fabbrica per la produzione su scala industriale del gruppo, aperta nel 1904 con un edificio progettato dall’architetto Luigi Perrone. Da qui ha inizio un viaggio che attraversa l’Italia e l’Europa, sfiorando gli impianti produttivi e di imbottigliamento di Lugano-Viganello (aperto dal 1926 al 1998), Roma (dal 1952 al 1998), e Novi Ligure (dal 2004). Il racconto dell’attività produttiva dei giorni nostri è affidato alle inquadrature che Jill Mathis dedica allo stabilimento di Novi Ligure che, con una superficie di 200.000 metri quadri destinata alle linee di produzione e imbottigliamento, è il più grande impianto attivo di Campari Group.

Le fotografie di Jill Mathis, esposte in dittici e trittici, compongono una sceneggiatura visiva che ripercorre gli spazi di lavoro, dai magazzini ai locali del reparto infusione in cui vengono trattate le erbe aromatiche, alle linee di imbottigliamento, per cogliere l’eleganza propria dei gesti che animano i processi produttivi in atto ogni giorno. L’uso di un tempo di otturazione dilatato, pensato per catturare il momento perfetto, trasforma i movimenti, i colori dei liquidi e le sagome delle bottiglie, tra cui la celebre silhouette tronco conica di Campari Soda, in elementi di una composizione astratta e dal sapore onirico.

Mathis trae ispirazione dal lavoro di autori come Ugo Mulas e Ralph Gibson e punta i riflettori sul linguaggio della forma, focalizzando l’attenzione sui movimenti delle mani dei suoi soggetti in una partitura visiva in bianco e nero interrotta a tratti da tocchi rossi, gialli e arancioni. Raccogliendo il testimone di una lunga tradizione che vede Campari collaborare con autori e artisti per elaborare nuove prospettive, da Bruno Munari a Fortunato Depero e Federico Fellini, l’invito rivolto a Jill Mathis completa la narrazione storica iniziata con le fotografie dell’archivio di Galleria Campari, realizzando un ponte tra tradizione e contemporaneità.