REDAZIONE MILANO

Balotelli al Liverpool per 20 milioni. Il più triste fallimento del Milan targato Galliani

SuperMario torna in Premiership dopo appena 19 mesi di Luca Guazzoni

Vieri plaude a cessione Balotelli

di Luca Guazzoni

Milano, 22 agosto 2014 - Venti milioni. Secchi. Al netto di alcuni bonus legati a presenze e reti (che potrebbero valere un paio di milioni extra). Abbastanza per ottenere una piccola plusvalenza (4 milioni), abbastanza per evitare di dovere dare il 10% del trasferimento al Manchester City, come stabilito al momento dell’acquisto datato 30 gennaio 2013. Mario Balotelli, 19 mesi dopo, torna in Premiership, allo stesso prezzo con cui era arrivato in pompa magna a Milano («Era destino - sentenziò Galliani -, è forte come Ibra. Ma lui ci porterà la Champions»): da oggi sarà un giocatore del Liverpool. Mino Raiola ha infatti trovato l’accordo con i Reds: 90mila euro a settimana, poco meno di 6 milioni a stagione (al Milan ne guadagna 4). ADDIO AGRODOLCE. Il Milan ha dunque scaricato SuperMario. Alla prima offerta disponibile. Dopo averlo cullato e coccolato, anche Adriano Galliani, dalla spiaggia di Forte dei Marmi (ha dato l’assenso al trasferimento via cellulare, lasciando gestire a Raiola in persona la trattativa), si è dovuto rendere all’evidenza: Mario Balotelli non è un giocatore su cui costruire una rosa. Non ha la continuità di rendimento, la leadership del trascinatore ed è un pericolo per l’unità dello spogliatoio per i suoi atteggiamenti sopra le righe, per il suo comportamento anarchico, per le continue invasioni della sua vita privata nelle riviste di gossip o negli inserti di cronaca. Aveva forse ragione Silvio Berlusconi quando lo definiva «mela marcia»? Di certo è che il presidente - e sua figlia Barbara - hanno ottenuto quello che chiedevano: la cessione, senza biglietto di ritorno, del numero 45. Soddisfatto anche Filippo Inzaghi: tra i due Super (Pippo e Mario) non è mai scattato il feeling emotivo. Quello tecnico è sempre stato una chimera irraggiungibile. Una scommessa persa da Galliani che fortemente lo aveva cercato e voluto. L’ennesima scommessa persa. Tante infatti iniziano ad essere le decisioni fallimentari in casa Milan: da Pato a Cassano, da Matri a Balotelli. E Barbara, nella guerra fredda e silenziosa tra le due teste pensanti del club, allunga la lista delle operazioni «no». SOSTITUTO E RITOCCHI. I contatti con il Porto per Jackson Martinez ci sono stati, ma il club lusitano chiede 25 milioni cash per l’attaccante 27enne. Tanti. Galliani ha proposto un prestito oneroso (4 milioni) e un riscatto fissato a 21. Così da non prosciugare subito il budget. L’alternativa più accreditata è il “Chicharito” Hernandez, in uscita dallo United. Più difficile arrivare a Roberto Soldado (Tottenham), Falcao (Monaco, guadagna un milione al mese) e Fernando Torres (Chelsea). Praticamente impercorribile la pista Destro, Sabatini chiede 25 milioni sull’unghia. Poi si penserà all’esterno (Cerci o Lavezzi i preferito, Insigne o Pandev gli outsiders) e al centrocampista (Dzemaili è stato bloccato, su Rabiot c’è la fortissima concorrenza dell’Arsenal che ha pronti 30 milioni per il trasferimento a titolo definitivo). C’è tempo fino alle 23 del primo settembre. L’ULTIMA GIORNATA. Balotelli si è allenato, ha pranzato con i compagni, ha scherzato con alcuni di loro («Pazzini, ora giocherai di più») e ha lasciato verso le 13.30 per l’ultima volta Milanello a bordo della sua Ferrari. Senza salutare i tifosi che gli chiedevano di restare. Troppo difficile ammettere al mondo il fallimento con la maglia che amava sin da piccolo, meglio chiudersi in casa con il fratello Enoch e gli amici di sempre aspettando la chiamata di Mino per volare a Liverpool, dove sbarcherà oggi pomeriggio per le visite mediche e la firma sul contratto. «Why always me?». L’unico che ha una risposta è Mario Balotelli. E forse nemmeno più lui. Il personaggio immagine che si è creato intorno ha ormai riposseduto il ragazzo che era. È suo obbligo liberarsene ora, alla sua ultima chiamata.