
Francesco Baccini
Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/
Milano, 20 aprile 2021 - "Qui pianterò una rosa…" canta Francesco Baccini in "Senza rumore", la ballata per voce chitarra e ritmica che anticipa "Baccini project" colonna sonora del film d’esordio di Luca Guardabascio "Credo in un solo padre". Rosa con le spine, visto che "Credo in un solo padre" affronta, con durezza, il tema della violenza sulle donne. "È il mio primo album strumentale, visto che ci sono solo un paio di brani cantati" spiega il cantautore genovese, 60 anni. "Il film è arrivato sulla piattaforma Chili l’8 marzo con l’intenzione, però, di raggiungere gli schermi in estate. Amazon l’ha già distribuito col titolo "Terra amara" e fra un po’ lo farà uscire pure in Italia". Perché una colonna sonora? "Perché mi diverte spiazzare e perché volevo smarcarmi un po’ dal mio modo di fare musica. In mancanza di stimoli, se non vuoi diventare un impiegato della canzone è meglio fermarti; così, tolto il divertissement ‘Chewing gum blues’ con Sergio Caputo, il mio ultimo disco d’inediti è “Dalla parte di Caino“ del 2007. Nel 2008 è arrivato però il cinema con ‘Zoe’ di Giuseppe Varlotta e mi si è aperto davanti un nuovo mondo". D’altronde lei nasce come musicista. "Ci sono cantautori alla Guccini per i quali la canzone è testo musicato e cantautori alla Pino Daniele per i quali, invece, è musica con parole. Io appartengo alla seconda specie, ma ho sempre ammirato chi, come Fabrizio (De André - ndr), scrive testi straordinari e si circonda di grandi musicisti. Quando mi chiedeva ‘ma come fai tu a fare tutto da solo?’ pensavo mi prendesse in giro. E invece no, si definiva un ‘mosaicista’ perché per lui contava innanzitutto la squadra". Caratteristica di “Senza rumore” sono i vocalismi etnici femminili. "Il film di Guardabascio è ambientato nelle campagne tra Calabria e Basilicata, così ho pensato a musiche dai forti colori mediterranei, ma anche a sfumature arabeggianti perché il problema della violenza familiare è molto sentito pure dall’altra parte del mare". Nel film recita pure. "Dicono che ho la faccia da cinema, così quando all’inizio degli anni Novanta ho cominciato a pubblicare album mi sono arrivate diverse proposte puntualmente rifiutate perché temevo di confondere la gente e distoglierla dal mio percorso di musicista. Però sapevo di avere questa attitudine per la recitazione ed ora mi piace tirarla fuori". Cosa ha ora in agenda? "A settembre-ottobre uscirà sulle piattaforme un mio docu-film su Luigi Tenco e poi sto già lavorando alle musiche di un thriller in cui dovrei riuscire a ricavarmi un altro spazio d’attore".