ENRICO CAMANZI
Cronaca

Morte di Erika Boldi, il giallo delle ultime ore: la lite con l'amica, l’arresto e la serata al pub

I carabinieri sono impegnati nella ricostruzione della scomparsa della giovane mantovana, trovata cadavere in un canale del Veronese. Gli ultimi a vederla viva sono stati titolari e avventori di un locale a Villafranca

Due immagini di Erika Boldi, la 26enne mantovana trovata morta in un canale del Veronese

Due immagini di Erika Boldi, la 26enne mantovana trovata morta in un canale del Veronese

San Martino dall’Argine, 9 luglio 2024 – Com’è morta Erika Boldi? Una prima risposta sulla scomparsa della 26enne mantovana, il cui corpo è stato ritrovato domenica scorsa nelle griglie del canale Tartaro, a Vigasio, comune del Veronese, arriverà nel pomeriggio di oggi, martedì 9 luglio. Alle 15, infatti, è in programma l’autopsia sul cadavere, recuperato senza vestiti. Un primo esame sulla salma ha rivelato l’assenza di segni evidenti di violenza ma, allo stesso tempo, avrebbe mostrato come nei polmoni non ci fosse acqua. 

Segno che Erika – una vita difficile segnata da problemi legati alla tossicodipendenza –era già morta quando è finita in acqua, gettata da qualcuno. 

Le ultime ore di vita

Sul caso sono al lavoro i carabinieri del nucleo investigativo della comando provinciale di Verona. Primo obiettivo è ricostruire i suoi ultimi momenti in vita. Dove si trovasse, quali movimenti abbia compiuto e, soprattutto, chi fosse con lei.

Di certo c’è che sabato sera Erika ha trascorso alcune ore in un locale di Villafranca, in compagnia di un gruppetto di persone, dove è stata vista a bere un drink. Erano suoi amici? Oppure elementi appena conosciuti? E chi sono quelle persone con le quali Erika è uscita da quel ritrovo? Si è appartata da qualche parte con qualcuno di loro? E se è così, cos’è successo in quei momenti? Ha forse assunto stupefacenti, che le hanno provocato un malore? 

A queste domande i militari dell’Arma stanno cercando di rispondere. Fin da domenica sono stati sentiti i familiari di Erika, alcuni conoscenti, i gestori del locale e chi serve ai tavoli. C’è da coprire il “buco” di alcune ore fra quella serata di apparente divertimento e il ritrovamento del corpo della giovane, avvistato da un addetto alla manutenzione del fiume. Gli investigatori stanno cercando anche di capire chi fosse alla guida dell’auto che alcuni testimoni hanno segnalato nella zona del ritrovamento del cadavere verso l’una di notte. La vettura – dicono i residenti – è arrivata sulle sponde del canale, si è fermata per pochi istanti e poi è ripartita a tutta velocità. 

In quei momenti l’occupante – o gli occupanti – hanno forse scaricato il cadavere di Erika nelle acque del Tartaro.

La famiglia

La famiglia di Erika, intanto, vuole conoscere la verità. Abituate alle sue lunghe assenze, la madre e la sorella – papà è morto da qualche tempo –  non avevano comunque perso la speranza che la giovane potesse rimettersi in qualche modo in carreggiata, nonostante la dipendenza da più di una sostanza stupefacente. Si sono rivolte all’avvocato Marco Pezzotti, che ha nominato un consulente di parte per assistere all’autopsia in programma oggi pomeriggio.

La mamma di Erika ha parlato con L’Arena, il quotidiano di Verona. Ha raccontato di quella figlia difficile, della lotta con la tossicodipendenza iniziata sei anni fa e dei tentativi di farla disintossicare. Negli ultimi tempi, con la madre, aveva ipotizzato la possibilità di un ingresso nella comunità di San Patrignano. 

Ha poi spiegato che venerdì, un giorno prima della sua scomparsa, Erika aveva detto loro che avrebbe trascorso la nottata da un’amica a Mantova. Questa giovane – pare – sabato pomeriggio ha parlato con la sorella di Erika, raccontandole di un litigio dopo il quale le due si sarebbero separate. L'amica avrebbe cercato la 26enne di San Martino dall’Argine, senza riuscire a trovarla. 

“Mi interessa capire come è morta mia figlia – ha detto la madre all’Arena – Eravamo passate in diverse occasioni da Villafranca, per andare a Verona dove abbiamo parlato con alcuni volontari di San Patrignano. Mi ha detto che lì aveva degli amici”. Sempre al quotidiano scaligero la mamma di Erika ha aggiunto un particolare importante. Sabato sera, poche ore prima scomparire, la giovane avrebbe chiamato la sorella, dicendole che quella mattina era stata arrestata con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Nonostante questa vicenda – ancora tutta da accertare, compreso l’eventuale rilascio immediato – sembrava tranquilla. Che cosa è accaduto subito dopo? Gli investigatori provano a capirlo. In procura a Verona, intanto, è stato aperto un fascicolo, attualmente a carico di ignoti, in cui si ipotizza l’accusa di omicidio.