ANDREA SPINELLI
Magazine

Concerti: esplode la bolla del pop 2025, un’estate di (ex) fenomeni

Tony Effe passa da stella dell’evento di Rho a supporter a J Balvin. Bresh e Rkomi ridimensionano i tour

Da sinistra, Tony Effe (34 anni), Rkomi (31 anni) e Bresh (28 anni)

Da sinistra, Tony Effe (34 anni), Rkomi (31 anni) e Bresh (28 anni)

Roma, 25 giugno 2025 – L’estate scorsa Tony Effe prese addirittura un volo privato per raggiungere Milano dalle Baleari e incontrare l’amico Tedua davanti al popolo dell’Ippodromo Snai di San Siro. Sesso e samba impazzava in classifica e il nome dell’ex Dark Polo Gang era sulla bocca di tutti. Poi l’annuncio del Capodanno a Roma, della partecipazione al Festival di Sanremo, del concertone a Rho che venerdì prossimo avrebbe dovuto portarlo sul palco della mega rassegna Fiera Milano Live, sono arrivati a sostanziarne le ambizioni.

Ma in un anno cambiano molte cose nella vita di una star dell’hit-parade divenuta “icona” troppo in fretta come il tatuatissimo Tony, all’anagrafe Nicolò Rapisarda. Così a Rho quest’anno ci andranno Sfera Ebbasta, Shiva, Tony Boy, Gigi D’Agostino, Emis Killa, Salmo, Ghali, ma non lui, inopinatamente traslocato dal cartellone di Fiera Milano Live a quello del Carroponte dove è di scena questa sera come supporter del principe colombiano del reggaeton J-Balvin.

Tenuto conto delle undici settimane di primato in classifica di un anno fa, una parabola emblematica dei tempi (e di una hit parade sempre più sconnessa dal mondo del live). Per Tony-Nicolò il vento ha iniziato a cambiare direzione a dicembre col passo indietro del Comune di Roma che, dopo averne fatto il faro del suo Capodanno al Circo Massimo, s’è malamente tirato indietro a causa delle polemiche scatenate dal sessismo di alcuni suoi testi spostando l’evento in Piazza del Popolo con altri ospiti (mentre lui affittava il Palaeur per andare in scena lo stesso, con tanto di fascia tricolore formato Gualtieri-rap).

Poi è arrivato il naufragio in Riviera di un Festival sbagliato, con un pezzo sbagliato e scelte sbagliate (l’idea di coprire i tatuaggi col fard o la polemica sulla collana griffata fatta rimuovere dagli inflessibili funzionari Rai per evitare possibili accuse di pubblicità occulta, ad esempio) che ne hanno messo in evidenza l’inadeguatezza ad affrontare palcoscenici di quel tipo. Il 25° posto di Damme ‘na mano nella classifica finale e il 21° di Tutto il resto è noia (nonostante la presenza di Noemi) nella serata delle cover, si commentano da soli, così come la pretesa di convertirsi in una specie di Califano della Gen Z.

Visti i problemi riscontrati a Milano, il riscatto di Tony potrebbe partire da casa e dalla data del 6 luglio proprio in quel Circo Massimo da cui era stato bandito a San Silvestro, ma anche dai festival estivi in agenda questa estate. La prevendita langue, ma di tempo ce n’è. Intanto Rapisarda è con Christian De Sica e Lillo nel cast del cinepanettone Delitto sulle nevi di Neri Parenti, ma anche nel cuore del gossip per l’imminente paternità. Solo tre giorni fa ha, infatti, organizzato con la compagna Giulia De Lellis in un relais sull’Appia Antica un sobrio “baby shower” in onore di Priscilla, la figlia in arrivo a breve.

Per i sold-out, insomma, c’è tempo. Come c’è tempo per altre vittime dell’esplosione di quella “bolla” generata nel mondo del live da una pandemia che per un paio d’anni ha gratificato di numeri esaltanti il mercato della musica live. La situazione è ancora ottima, anche se un po’ più rispondente alle attese (e alle tasche) degli utenti. Mica sarà normale, infatti, che dai 35-40 spettacoli negli stadi e grandi spazi messi in agenda subito prima del Covid si sia passati ai 120 - 140 delle ultime stagioni? Discorso che vale pure per gli altri artisti come dimostrano Bresh e Rkomi, che hanno annullato e riconvertito i rispettivi tour estivi, ma anche la rinuncia di Eiffel 65 e Benji & Fede ai rispettivi Forum di Assago, o l’annullamento da parte di The Kolors del proprio tour nei palasport. Perfino i Cccp si sono visti costretti a traslocare armi e bagagli la tappa romana del loro tour d’addio dal Circo Massimo alla cavea dell’Auditorium Parco della Musica. Dulcis in fundo, gli “esaurito” poi non così “esaurito” di alcuni pretesi eroi da stadio che – a suon di biglietti svenduti o regalati – attestano ogni giorno di più la saggezza del vate Vasco quando dice "io i miei sold-out neppure li annuncio… tanto li fanno tutti".