Zona rossa, la sindaca di Lodi: "Qui contagi bassi, vogliamo entrare in fascia arancione"

Il territorio più colpito a marzo-aprile: "Siamo i primi a rispettare le norme e le regole, ma tutto ciò deve avere un senso logico e guardare i dati reali"

Nel Lodigiano a fine febbraio fu istituita la prima zona rossa (Imagoeconomica)

Nel Lodigiano a fine febbraio fu istituita la prima zona rossa (Imagoeconomica)

Lodi, 18 novembre 2020 - "Chiederemo al presidente Fontana di farsi portavoce con il ministro Speranza per allentare le misure restrittive in un territorio come il nostro che ha rispettato regole e norme e ora per fortuna ha un livello di contagio bassissimo''. La sindaca di Lodi, Sara Casanova, si fa portavoce del territorio Lodigiano per chiedere di passare da zona rossa a zona arancione. Un'area, quella della provincia di Lodi, che nella prima ondata era stata duramente colpita dalla diffusione di Covid-19. Tanto che proprio all’interno di dieci comuni della Bassa (Codogno, Castiglione d’Adda, Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passerini, Somaglia, Maleo e Castelgerundo) fu istituito il primo lockdown

Ma ora la situazione è diversa. Da territorio più martoriato oggi Lodi segna numeri contenuti nella diffusione del Coronavirus targato seconda ondata e chiede che si allentino le misure. "Ci sono intere categorie in bilico sull'orlo del disastro -sottolinea Casanova- e con il coronavirus abbiamo capito che ormai ci dovremo convivere per un po' di tempo. Ma le attività produttive non si possono lasciare in questo stato all'infinito. I cittadini hanno fatto sforzi e sacrifici che devono avere un senso''. 

Domani, spiega la sindaca ''ci sarà un incontro tra i sindaci e il governatore della Regione e rappresenterò la situazione. Sono molti i cittadini e imprenditori arrabbiati. Perchè in tanti hanno messo in atto investimenti per tutelare i propri fornitori e clienti dato che i restringimenti della zona rossa sono molto limitanti. E i ristori dovrebbero essere immediati, ma purtroppo in questi mesi non è stato così. E non si può bloccare un tessuto economico ricco e molto particolare, fatto da grandi imprese, ma anche da una miriade di piccole imprese e attività che stanno soffrendo ogni oltre limite. La gente chiede e ha bisogno di lavorare perchè dietro le imprese ci sono le famiglie. Mantenere le zone rosse è giusto per tutelare la salute e noi lo sappiamo bene, e siamo i primi a rispettare le norme e le regole, ma tutto ciò deve avere un senso logico e guardare i dati reali, zona per zona, come suggerisce il dpcm''.