
Il presidente della Provincia, Mauro Soldati
Lodi, 8 giugno 2017 - "Sono orgoglioso del lavoro svolto. La ‘questione’ Fabiani è chiusa: la Provincia pagherà 2,7 milioni di euro rispetto ai 3,9 già dovuti in base ad una sentenza definitiva, ed immediatamente esecutiva, del 2 agosto 2016 e divenuti, nel frattempo, 4,2 milioni per gli interessi maturati. Ma, soprattutto, l’accordo raggiunto con il curatore fallimentare è ‘tombale’ perché metterà la parola fine ai contenziosi ancora aperti per il risarcimento danni per altri 6,5 milioni, per un totale di 11 milioni di euro". Il presidente della Provincia, Mauro Soldati, ha rivendicato, ieri, il difficile lavoro di mediazione svolto per raggiungere questo risultato che, di fatto, svincola 1,2 milioni di euro dei 3,9 messi accantonati dall’ente territoriale chiudendo l’annosa vicenda apertasi con la Fabiani spa di Dalmine, la quale nel marzo 2010 si era aggiudicata un appalto da 13 milioni di euro per la costruzione dei 7 chilometri della variante di Codogno; ma poi, per il contestato e mancato pagamento di alcuni stati d’avanzamento dei lavori, la vicenda era finita in tribunale. Nell’agosto 2016 la prima sentenza definitiva, sfavorevole all’ente, relativa a quanto dovuto a Fabiani per i lavori già eseguiti: per quei 3,9 milioni di euro la Provincia l’anno scorso ha rischiato il default. Ma l'impresa, prima di finire in concordato preventivo presso il Tribunale di Bergamo, aveva anche avanzato una pretesa risarcitoria: «La causa è ancora in corso, ma finora tutti i giudizi sono stati avversi all’ente – sottolinea Soldati –. Secondo Fabiani, che aveva già pignorato 1 milione di euro dalle casse della Provincia, i pignoramenti presso terzi esercitati a propria volta dall’ente nei confronti dell’impresa, ne avevano provocato la paralisi, fino al fallimento, perché il sistema bancario aveva bloccato ogni credito». La situazione sembrava insanabile, anche perché, lo scorso autunno, una finanziaria inglese sembrava interessata ad acquisire, anche se a ‘prezzi stracciati’ ed esigibili in periodi lunghi, l’intero pacchetto dei crediti vantati dalla Fabiani, impedendo il raggiungimento di un accordo per Lodi. «Noi abbiamo cambiato strategia difensiva e avvocato, ripreso rapporti civili con la controparte, interagito con la Regione (che a fine 2016 ha erogato a Lodi, così come ad altre province per evitarne il dissesto, 2,7 milioni di euro; ma la Provincia dovrà ora restituire, a rate, 1,9 milioni, ndr), finché non si è aperto uno spazio di trattativa col comitato dei creditori. Martedì ho presentato la soluzione in una riunione informale, davanti ai revisori dei conti. Mi auguro che, nel Consiglio provinciale in programma per il 19 giugno, con un’assunzione di responsabilità, questo accordo venga approvato all’unanimità».