
Una veduta area del cantiere per la realizzazione del maxi depostito di gas sotterraneo
Cornegliano Laudense, 12 luglio 2016 - Le prime perforazioni del sottosuolo per la realizzazione dei primi 4 dei 14 pozzi (2 nel Cluster A e 2 nel B) dell’impianto di Italgas Storage attraverso i quali verrà immesso ed estratto il gas nel giacimento, hanno preso avvio «ad inizio luglio». «Dopo i lavori di cantierizzazione iniziati a metà dicembre 2015, in perfetta tabella di marcia, dieci giorni fa sono iniziate le vere e proprie perforazioni che dureranno per circa un anno – fa sapere Italgas Storage, società partecipata da Whysol Investments e da Sandstone Holding BV, che fa capo al gestore di fondi Morgan Stanley Infrastructure II –. Si tratta di attività altamente specialistiche affidate a Schlumberger, gruppo leader nel settore, che si avvale sia di personale interno, sia di supporto di altre aziende che sono state selezionate con gare competitive già concluse».
Attualmente, nei due cantieri «sono coinvolte 340 persone, di cui 180 in modo continuativo. Il numero di lavoratori impiegati entro l’inverno aumenterà ulteriormente con l’avvio dei lavori nell’area centrale» - fa sapere l’azienda che ha ottenuto il via libera per realizzare un impianto che stoccherà nel sottosuolo (in un ex giacimento scoperto nel 1952 dall’Eni e inattivo dal 1997), in un’area di 6 chilometri quadrati ad una profondità di 1,4 chilometri, oltre 2,2 miliardi di metri cubi di gas naturale che, dal 2018, potrà essere ‘scambiato’ sulla rete nazionale al ritmo di 27 milioni di metri cubi al giorno. Nel frattempo il Comitato Ambiente e Salute, che si batte contro l’impianto, fa sapere che sui social ci sono già state lamentele per i rumori da parte dei cittadini, anche nelle ore notturne. «I lavori, per il primi di 3 anni di cantiere, sono a ciclo continuo per rispettare il cronoprogramma – ammette Italgas Storage –. E’ inevitabile che ci siano disagi. Comunque è tutto svolto nel rispetto della legge e sotto controllo di Arpa. E, benché non previste dalla normativa, tra dieci giorni verranno installate barriere antirumore». Ieri, intanto, l’assessora regionale all’ambiente Claudia Terzi e il consigliere Pietro Foroni (entrambi Lega Nord), hanno inviato, come annunciato, una lettera al Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, per chiedere un incontro urgente al fine di discutere «ogni ipotesi di integrazione o restrizione delle concessioni degli impianti di stoccaggio lombardi in relazione a qualsiasi rischio di microsismicità presente e futura«. In particolare per la Regione «è rilevante ricevere gli indirizzi ministeriali anche allo scopo di chiarire il ruolo dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente nell’ambito delle attività di verifica dei piani di monitoraggio sismico, al fine di assicurare la massima sicurezza ai cittadini dei territori interessati e prevenire ogni ricaduta sull’ambiente».