
Luca Fronte
Cornegliano Laudense, 11 maggio 20178 – "Ci erano voluti 7 mesi senza stipendio e senza indennità, tra fine 2013, quand’era iniziata la crisi, e inizio 2014, prima di prendere la cassa integrazione a zero ore per noi che eravamo tra i 140 dipendenti dell’azienda di autotrasporti Otil. Ora trascorsi 4 anni, dopo cig e mobilità, e dopo che il Tribunale ha sancito il fallimento dell’impresa, stiamo ancora lottando per ottenere il nostro Tfr, di cui avevamo avuto solo un minimo acconto". A parlare sono due ex dipendenti che avevano lavorato 7 anni alla Otil: Luca Fronte, 28 anni, nell’autofficina, e Stefano Rossini, 46 anni, come magazziniere.
Le loro pratiche, insieme a quelle di altri colleghi, si sono incagliate ancora una volta nelle maglie della burocrazia: «Oltre al fatto che quei soldi ci spettano di diritto – affermano –, la cosa più brutta è sentirsi rimpallare tra Tribunale, curatore fallimentare e Inps senza ottenere risposte chiare. E intanto passano i mesi. Noi dobbiamo prendere tra i 7 e i 9mila euro ciascuno, ma ad alcuni di noi, magari col mutuo sulle spalle, spettano anche 30mila euro. Il Tribunale ha sancito, nell’aprile 2016, che avevano diritto al nostro Tfr. Ora sono due mesi che siamo in ballo con le pratiche. E’ intervenuto, per far avere dei moduli al curatore fallimentare, anche Angelo Vaghi, del sindacato Sgb. Negli ultimi giorni abbiamo sollecitato l’ufficio del curatore: ci è stato risposto che l’iter è stato bloccato dall’impossibilità dell’invio telematico, perchè ricevono messaggio di errore.
Abbiamo allora chiamato le sedi Inps di Lodi e di Sant’Angelo, ma lì ci hanno detto che funziona tutto, che le pratiche online arrivano comunque, poi al limite sono da perfezionare. Vogliamo capire: cosa succede se il curatore non riesce con l’invio online? A chi ci dobbiamo rivolgere?». "La stragrande maggioranza dei dipendenti ha già ottenuto il Tfr - replica Renzo Radicioni, curatore fallimentare della Otil, con studio a Tavazzano -. Inoltre il fallimento è stato decretato nell’ottobre 2015 ma dal maggio 2016 ad oggi ci sono stati tre diversi ‘scaglioni’ che hanno incluso, man mano, dei lavoratori. Le domande per il Fondo di Tesoreria sono solo telematiche. E ci sono stati probemi perché i dati non combaciano. All’Inps abbiamo un contatto diretto con chi si occupa della pratiche e stiamo cercando di risolvere la questione, a tutela dei lavoratori. Il rischio di ‘lavorare’ una pratica errata, infatti, è di far prendere ai lavoratori cifre inferiori. Capisco che i tempi possano essere lunghi ma non siamo indifferenti ai bisogni, anche a noi il problema preoccupa e ci stiamo adoperando in maniera assidua per risolvere in tempi brevi, garantendo celerità e anche l’importo».