REDAZIONE LODI

Lodi, oltre 250 studenti a lezioni di "giustizia riparativa"

In cattedra, all'istituto Volta, un ex rapinatore di banche e il figlio di un maresciallo ucciso dalle Br

Giorgio Bazzega al Volta di Lodi sulla giustizia riparativa

Lodi, 06 aprile 2018 - "Ho spezzato la schiavitù della rabbia che mi portavo dietro da quando mio padre, il maresciallo di pubblica sicurezza Sergio Bazzega, venne ucciso a Milano dalle Brigate Rosse, il giorno in cui, incontrato Renato Curcio in un faccia a faccia, anziché aggredirlo, come lui s'aspettava, l'ho rassicurato e me ne sono andato. Lui aveva insegnato a sparare al 21enne che uccise mio padre in un conflitto a fuoco e che perse egli stesso la vita". Giorgio Bazzega, questa mattina all'istituto Volta, ha spiegato cosa ha significato per lui, vittima, conoscere la 'giustizia riparativa', insieme a Lorenzo Sciacca, 'carnefice', autore di diverse rapine a mano armata, per cui è stato a lungo in carcere: "Oggi (benché le due vicende del passato non siano 'legate', ndr), io e Lorenzo stiamo frequentando lo stesso corso di mediazione penale. Non si tratta di buonismo: responsabilizzare chi ha commesso un reato serve alla vittima, che così ritrova un ruolo centrale anziché marginale della propria vicenda; al colpevole, che può capire il dolore che ha provocato; alla società, perché si limitano le recidive".

Bazzega ha raccontato ai circa 250 studenti degli istituti superiori Volta, Vegio, Villa Igea e Ambrosoli, intervenuti grazie ad un progetto promosso dal Sistema di Accoglienza Territoriale che insiste sulla 'riparazione' come strumento di sicurezza e di inclusione sociale, di essere finito nel mondo della droga e di aver cominciato ad odiare lo Stato da quando vide per la prima volta Curcio uscire dal carcere: "Sono riuscito a stare meglio solo quando ho incontrato gli esperti della giustizia riparativa che hanno dato gli strumenti, a vittime ed ex brigatisti, di parlarsi e capirsi: se loro disumanizzano le vittime identificandole con i ruoli di 'poliziotto' o giudice', noi facciamo altrettanto parlando di 'mostri'".

"Già scrivevo dal carcere su 'Ristretti orizzonti' - racconta Sciacca -. Poi con la giustizia riparativa è nato un altro Lorenzo. Quello che avrei potuto essere avendo dalla vita occasioni diverse. Per me è stato significativo incontrare una donna che, sebbene fossero trascorsi oltre 10 anni da una rapina, viveva ancora nella paura: non era una mia vittima diretta ma ho capito che avevo segnato la vita di tante persone". Ora entrambi studiano Sociologia all'Università: "Lo faccio per me stesso - sottolinea Bazzega -: la scuola vi dà gli strumenti per essere liberi, per fare scelte consapevoli, per capire ciò che vi circonda senza farvi fregare".