San Martino in Strada, la morte del commerciante Livraghi: verità dall’autopsia

Forte cordoglio anche dai vertici di Asvicom: "Aveva costruito una grande realtà"

Cadavere Adda

Cadavere Adda

Lodi, 19 agosto 2019 - «Ci uniamo al dolore dei familiari per la scomparsa di Giovanni Livraghi, esempio di imprenditore serio, che ha contributito a costruire una grande azienda su viale Milano». Vittorio Codeluppi, in qualità di presidente di Asvicom, ha voluto ricordare così, ieri, il 51 enne di Lodi, titolare coi fratelli della concessionaria Ford, il cui corpo è stato trovato dai carabinieri e ripescato sabato mattina dalle acque torbide della lanca dell’Adda su cui si affaccia una villetta, all’interno di una proprietà privata lungo la sp 26, dove Livraghi, dopo una cena al ristorante, stava festeggiando in compagnia il compleanno di un amico.

La Procura ha disposto l’autopsia, anche se il corpo non presentava segni di violenza e l’ipotesi più accreditata è che l’uomo abbia avuto un malore o comunque, essendo fuori di notte al buio, sia stato tradito dalla piccola scarpata tra il giardino e la morta del fiume. «Era una bravissima persona, disponibile con tutti, aveva frequentato la mia palestra, nota come ‘Tana delle tigri’, a San Bernardo, per un paio d’anni, tutti i giorni, da lunedì a domenica – ricorda Rocco Mancino, mentre anche sui social si diffondono le manifestazioni di cordoglio –. La mattina andava a correre, poi continuava qui col tapis roulant e con gli attrezzi: era un atleta. Ad unirci anche la passione per la chitarra elettrica: quand’era ragazzo Giovanni suonava in un gruppo. Eravamo diventati amici, condividendo anche le nostre storie personali e ci sentivamo anche dopo che lui aveva cambiato palestra per essere più vicino all’ufficio. Sono rimasto molto male, dopo aver appreso la notizia».