LUCA RAIMONDI COMINESI
Cronaca

Salva la poltrona di Scotti. Respinta la sfiducia: "Errori senza conseguenze"

Lodi, la minoranza voleva la “testa“ dell’assessore per conflitto d’interessi. Il sindaco: lo sbaglio è stato non conoscere le norme, la città non ha avuto danni.

Lodi, la minoranza voleva la “testa“ dell’assessore per conflitto d’interessi. Il sindaco: lo sbaglio è stato non conoscere le norme, la città non ha avuto danni.

Lodi, la minoranza voleva la “testa“ dell’assessore per conflitto d’interessi. Il sindaco: lo sbaglio è stato non conoscere le norme, la città non ha avuto danni.

Maggioranza compatta di fronte alla mozione di sfiducia presentata dalla consigliera Giusi Molinari a nome dei gruppi di opposizione nei confronti dell’assessore con delega ai Lavori Pubblici Gianluca Scotti (nella foto) "in considerazione delle plurime e conclamate violazioni della normativa all’articolo 78 comma 3 del Testo Unico degli Enti Locali". L’esponente della Giunta Furegato è da tempo sotto la lente d’ingrandimento della politica cittadina per quello che viene considerato come un caso di non conformità, in quanto accusato di aver mantenuto degli incarichi privati in contrasto con la sua funzione pubblica e con il Tuel stesso.

Una violazione che lo stesso segretario generale del Broletto Diego Carlino ha ritenuto essere effettiva. "C’è sicuramente una responsabilità di carattere politico, personale e deontologico – ha affermato in aula la capogruppo del Gruppo Misto Giusi Molinari –. Ed è proprio sulla responsabilità politica che il sindaco ha l’obbligo di vigilare e intervenire". "Nel mio operato - si è difeso Scotti – ho posto al centro esclusivamente l’interesse pubblico per lo sviluppo della nostra città". Nessun dolo quindi, secondo l’assessore, che avrebbe commesso "un errore in buona fede perché non avevo contezza dell’impedimento, ritenendo che i lavori pubblici non ricadessero nelle limitazioni previste". Cinque le pratiche a cui l’Assessore avrebbe apposto la firma.

"Cinque pratiche semplici dal punto di vista autorizzativo – ha sostenuto il sindaco Andrea Furegato –. Questa sera però parliamo della parola ‘politica’. In queste settimane mi sono chiesto quando dovrebbe avvenire un atto di questo tipo nel corso di un’esperienza amministrativa. Amministrando, anche in buona fede, alle volte si sbaglia. Ma in questo caso non vi è stato alcun conflitto di interessi o alcun danno per il Comune di Lodi". Ma il primo cittadino non giustifica la non conoscenza della norma, già espressa e manifestata in più casi dall’assessore. "Siamo chiamati – spiega Furegato – in quanto amministratori a conoscere le norme. In fondo l’errore vero e proprio sta qui, nella non conoscenza della norma". Una fiducia che non è venuta meno, rimarcata non solo nelle parole del primo cittadino, ma anche di tutti i consiglieri di maggioranza che hanno respinto la mozione di sfiducia e di richiesta di ritiro delle deleghe a Scotti, che si è scusato pubblicamente in aula.

Dai banchi del Broletto alcuni esponenti della minoranza hanno gridato "vergogna". Poi si sono susseguite accuse reciproche di strumentalizzazione, sciacallaggio e speculazione politica. Il consigliere di opposizione Lorenzo Maggi, rivolgendosi al primo cittadino ha attaccato: "Le decisioni non le prende lei, le vengono spesso suggerite e consigliate".